SOVRAPPESO E OBESITÀ: “PERCHÉ NON DIMAGRISCO?”

L’eccesso ponderale in Italia riguarda 4 adulti su 10, 3 in sovrappeso e 1 obeso: queste persone sembrano essere poco consapevoli del loro stato e in molti casi sottovalutano il problema (studio Passi periodo 2015-2018).

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LE CAUSE

L’obesità causata da malattie genetiche o endocrine è piuttosto rara. Il sovrappeso è determinato, infatti, dall’interazione tra genetica e ambiente, inclusi fattori psicologici, sociali ed economici. La causa principale consiste in un bilancio energetico cronicamente positivo: in pratica, l’apporto calorico giornaliero (cibo) supera il consumo (metabolismo basale, attività fisica). Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un netto aumento di casi di sovrappeso e obesità: rispetto ai nostri antenati, svolgiamo lavori mediamente più sedentari, oltre a passare molto tempo con TV, videogiochi, internet. In più, la società odierna tende a promuovere la “sovralimentazione”: i cibi grassi o molto calorici sono non soltanto economici, ma anche facilmente accessibili a chiunque (fast food, distributori automatici…). In questo modo, sovrappeso e obesità si stanno diffondendo anche nei Paesi in via di sviluppo, e non solo nel mondo occidentale.

 

PERCHÉ NON DIMAGRISCO?

Secondo la teoria del set-point, il nostro organismo sembra avere un meccanismo di controllo interno che coinvolge l’ipotalamo e che regola il metabolismo in modo da mantenere il peso ad un livello predeterminato. Sedentarietà, menopausa, cessazione del fumo e alcuni psicofarmaci tendono a spostare questo set-point: il soggetto accumula lipidi a causa del surplus calorico fino ad arrivare al suo nuovo set-point, e dunque ad un nuovo equilibrio tra entrate (cibo) e uscite (consumo). Diversi studi dimostrano che in seguito ad una perdita di peso data da restrizione calorica (dieta), i soggetti tornano a prendere peso in modo molto rapido quando riprendono ad alimentarsi liberamente: questo evento molto comune trova una spiegazione nel fatto che il nostro organismo, in risposta alla diminuzione del peso, attiva un meccanismo adattativo di conservazione dell’energia riportando il soggetto al proprio set-point.

 

COSA FARE?

Per ottenere un reale miglioramento, non dobbiamo soltanto “perdere peso”: è necessario spostare il set-point e dimagrire nel modo corretto, cioè mantenendo o eventualmente aumentando la massa magra. Di fronte a soggetti gravemente obesi, per spostare il set-point a livelli inferiori si ricorre a farmaci anti-obesità e alla chirurgia bariatrica. Per tutti quei soggetti che si ritrovano in condizioni di sovrappeso, la soluzione consigliata è associare una dieta prescritta dal nutrizionista ad una regolare attività fisica, elementi in grado di abbassare il set-point, creando deficit calorico, e favorire la ricomposizione corporea. Diversi studi dimostrano che l’attività consigliata è la combinazione tra esercizio aerobico e allenamento contro resistenza, più efficace del solo allenamento aerobico o del solo allenamento con i pesi. L’attività fisica ci permette dunque di eliminare tessuto adiposo in eccesso, se unita ad un regime alimentare ipocalorico. Allo stesso tempo, ci consente di acquisire una buona percentuale di massa muscolare e aumentare il colesterolo “buono” (HDL): ha inoltre un effetto benefico sulla fitness cardio-respiratoria e sulla sensibilità insulinica.

 

grasso androide ginoide
Distribuzione del grasso di tipo androide e ginoide

MENO PESO, PIÙ SALUTE

Sovrappeso e obesità sono importanti fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, che rappresentano la prima causa di morte in tutto il mondo. Il grasso che ci espone a malattie cardiovascolari e sindrome metabolica è quello viscerale: l’immagazzinamento a livello sottocutaneo raggiunge un limite massimo, oltre il quale il grasso in eccesso viene distribuito in posizioni ectopiche, cioè in sedi non fisiologiche ma anzi patologiche (fegato, cuore, vie respiratorie, reni, parete delle arterie). Questa distribuzione del grasso di tipo androide è tipica degli uomini e delle donne in età post-menopausale e si associa ad alti livelli di colesterolo e trigliceridi, ipertensione arteriosa,  insulino-resistenza, fino al diabete mellito di tipo 2.

 

CIRCONFERENZA VITA E BMI

Calcolare il proprio BMI (Body Mass Index = Indice di massa corporea) può essere d’aiuto per migliorare, o anche mantenere, il nostro attuale stato di salute. Si utilizza una formula molto semplice: peso (in kg) / altezza2 (in m).

bmi rischio cv
Interpretazione dei valori del BMI

Il calcolo del BMI ha dei limiti, per esempio in soggetti molto allenati con massa muscolare particolarmente sviluppata, il cui BMI risulterà alto senza indicare però uno stato di sovrappeso.

Un indicatore di rischio cardiovascolare elevato, da associare dunque al BMI, è la misura della circonferenza vita: nell’uomo non dovrebbe superare i 102 cm, nella donna gli 88 cm, valori oltre i quali il rischio cardiovascolare diventa molto alto.

 

BIBLIOGRAFIA

Maria Magdalena Farias, Ada M. Cuevas, Fatima Rodriguez, Set-Point Theory and Obesity, METABOLIC SYNDROME AND RELATED DISORDERS, Volume 9, Number 2, 2011

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Suzanne M. Wright, Louis J. Aronne, Causes of obesity, Springer Science+Business Media, 2012

Salvatore Carbone, Marco Giuseppe Del Buono, Cemal Ozemek, Carl J. Lavie, Obesity, risk of diabetes and role of physical activity, exercise training and cardiorespiratory fitness, Progress in Cardiovascular Diseases, 2019

Dennis T. Villareal,  Lina Aguirre, A. Burke Gurney, Debra L. Waters,  David R. Sinacore, Elizabeth Colombo, Reina Armamento-Villareal, and Clifford Qualls, Aerobic or Resistance Exercise, or Both, in Dieting Obese Older Adults, N Engl J Med. 2017

John M. Jakicic, Kelliann K. Davis, Obesity and Physical Activity, Psychiatr Clin N Am 2011

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Informazioni sull' Autore Martina Morgantini

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