TRAUMA E SALUTE MENTALE: IL DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS

di SUSANNA BENASSI La vita ci pone spesso di fronte ad eventi improvvisi, emotivamente forti, o violenti che ci colgono impreparati. La capacità di reazione e' diversa, da individuo, ad individuo.Alcuni si oppongono con forza, altri restano come pietrificati, incapaci di reagire. L'intensità dell'esperienza negativa vissuta, e' il trauma che può avere anch'esso conseguenze diverse sulla psiche di chi ne è protagonista.Se non si riescono a metabolizzare nei giusti tempi tutte quelle emozioni apicali che ci hanno destabilizzato, esite il rischio di  restarne prigionieri,e di sviluppare ciò che viene definito in letteratura medica -Disturbo Post Traumatico da Stress.

 

Quali possono essere gli eventi considerati traumatici?
Esperienze psicologiche estreme ( aggressioni, rapine, violenze sessuali, sequestri, terremoti, incidenti stradali, incidenti ferroviari, naufragi, disastri aerei, incidenti sul lavoro etc.) che  mettono  a rischio la propria vita, o quella di persone care, possono produrre ( si stima nel 25% dei casi) il Disturbo Post Traumatico da Stress ( DPTS) .Cerchiamo di capire in cosa consiste e quali sono i rimedi, attraverso le parole del Dr. Gaspare Costa, Psicologo/Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale.
Che cos'è ,il Disturbo Post-Traumatico da Stress?
E' una condizione psicopatologica che può verificarsi  a seguito di un episodio traumatico che mette a repentaglio la propria vita o la vita di persone significative,  caratterizzata da un caratteristico corteo sintomatologico.
Come si caratterizza?
Il Disturbo Post-traumatico  da Stress si caratterizza per una serie di sintomi che seguono un evento traumatico particolarmente  intenso, drammatico, pericoloso. Si manifesta con la presenza di pensieri intrusivi, o sogni a forte contenuto ansioso, che hanno come tema il contenuto dell’evento traumatico, occasionali stati dissociativi in cui la persona sembra rivivere, nei pensieri, nelle reazioni e nel comportamento,  il trauma. Se esposta a situazioni che ricordano il trauma la persona può reagire con intensa ansia, angoscia, terrore e con risposte comportamentali di fuga, come se lo rivivesse. Si possono manifestare perdita di speranza e interessi, mancanza di piacere, difficoltà nel provare o esprimere emozioni. Di solito chi è affetto da Disturbo Post-traumatico da Stress evita sistematicamente ogni cosa che possa far rievocare il trauma
L'evento traumatico per essere considerato tale che caratteristiche deve avere?
L’evento traumatico può riguardare direttamente la persona che  in seguito svilupperà il disturbo oppure persone ad essa vicine e a cui è affettivamente  legata. Gli eventi traumatici possono essere di varia  natura ( aggressioni, rapine, violenze sessuali, sequestri, terremoti, incidenti stradali, incidenti ferroviari, naufragi, disastri aerei, incidenti sul lavoro etc.) ma, ai fini dell’esordio del disturbo, devono rappresentare un forte  rischio per la vita o per la salute della persona, dei propri familiari, amici, o persone significative. L’evento traumatico può riguardare anche eventi che non hanno coinvolto direttamente  la persona come, ad esempio, la notizia che un proprio caro è deceduto violentemente e/o inaspettatamente in seguito ad un incidente
Quali conseguenze hanno i risvolti psicologici sopra menzionati sulla vita della persona interessata da questo disturbo?
La persona può vivere uno stato permanente di allarme che comporta una eccessiva attivazione fisiologica stile attacco o fuga, questo continuo stato di pericolo può comportare ansia, agitazione, scoppi di collera, disturbi del sonno ed altri sintomi. Possono essere presenti ideazione persecutoria, comportamenti autolesivi,  significativi cambiamenti della personalità.
Come si formula una diagnosi di Disturbo Post- Traumatico da Stress?
Ai fini diagnostici i sintomi devono essere presenti da più di un mese e comportare disagio o compromissione in ambito lavorativo, affettivo e sociale.
Quali sono i meccanismi psicologici all'origine della patologia?
Le cause del Disturbo Post-traumatico da Stress sono rintracciabili nella natura stessa dell’evento  traumatico e in ciò che esso comporta rispetto al danno, alle  aspettative, al modo abituale di reagire delle persone e, soprattutto, alla possibilità di fronteggiarlo. In genere, un evento catastrofico imprevisto ci lascia disarmati rispetto alle nostre abituali capacità di previsione, alla possibilità  di poter elaborare strategie di problem solving o utilizzare le nostre esperienze passate per fronteggiare l’evento. Un evento traumatico grave comporta la riorganizzazione del nostro abituale modo di pensare e prevedere le cose, ci lascia disarmati rispetto alla nostra “credenza” di essere padroni del nostro destino. Queste variabili personali incidono sull’esordio e sulla gravità del disturbo.
Si ha sempre memoria dell'evento traumatico?
L’evento traumatico spesso non viene ricordato con precisione ed il ricordo, nella maggior parte dei casi, appare confuso, frammentato, irreale. Recenti ricerche hanno dimostrato che questo oblio sé  dovuto ad una specie di  “corto circuito” dei meccanismi cerebrali che hanno la funzione di registrare gli eventi; sembra, infatti, che l’esperienza traumatica sia talmente forte da alterare i normali meccanismi di immagazzinamento  ed elaborazione dell’informazione del cervello. Queste alterazioni  contribuiscono alle continue intrusioni di frammenti di ricordi, accompagnate da ansia, angoscia, terrore, che invadono la persona che ha subito il trauma.
Come può essere definito il "trauma"?
Storicamente il trauma e' stato interpretato come un evento straordinario in grado di mettere a repentaglio la propria vita  o quella di persone significative. Tuttavia, recenti ricerche ( vedi Liotti), hanno messo in discussione questa definizione di trauma come evento singolo e catastrofico sposando la tesi che la natura del trauma, e quindi gli effetti, possa essere esteso a tutte quelle esperienze ansiose e angoscianti, meno intense ma continuate quali possono essere, ad esempio,  le esperienze di attaccamento disadatto.In questo senso, il bambino che, quotidianamente, per anni, subisce vessazioni, soprusi, maltrattamenti fisici e psicologici, può presentare un quadro simile, in alcuni aspetti, a quello presentato nel Disturbo Post-traumatico da Stress come ansia, angoscia, reazioni di allarme, dissociazione. Anche situazioni di Bullismo, Stalking o Mobbing continuato potrebbero teoricamente innescare il DPTS.
Come si cura il Disturbo Post Traumatico da Stress?
Il trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress può essere affrontato clinicamente in più modi, sia la psicoterapia cognitivo comportamentale  che una mirata terapia psicofarmacologica, specie se integrate, possono dare buoni risultati.
Come si concretizza la terapia congnitivo-comportamentale in questo caso?
Si utilizzano diverse tecniche come "l’esposizione" (in immaginazione o in vivo) che risulta efficace  nel  ridurre le situazioni di evitamento: il soggetto viene invitato a rivivere l’avvenimento o ad essere esposto a situazioni che lo riattivano. Questa strategia, se graduale, consente  alla persona di riappropriarsi di quelle funzionalità sociali e quotidiane che ha perduto a causa dei rilevanti evitamenti provocati dai sintomi acuti dell’ansia e dalla sindrome di ansia anticipatoria. Nel progettare ed effettuare le esposizioni deve essere ben spiegato il significato di tali procedure e quindi ricercare la piena collaborazione del paziente ed eventualmente di un suo familiare.
Oltre a questa tecnica, ve ne sono altre?
Il "Ri-etichettamento" delle sensazioni somatiche da la possibilità di discutere con il paziente delle cause dei singoli sintomi; questa strategia ha la funzione di normalizzare e "decatastrofizzare" la condizione soggettiva del paziente.
Il Rilassamento e la respirazione addominale: le tecniche di rilassamento e di educazione respiratoria sono uno strumento "sotto  il controllo" del paziente, il quale può utilizzarle quotidianamente ed in modo autonomo per alleggerire la tensione e lo stress.Con la Ristrutturazione cognitiva il soggetto può essere aiutato a riconoscere i propri pensieri automatici e spontanei legati all’evento traumatico, pensieri che spesso sono intrusivi, rapidi ed istantanei. Che cos'è la EMDR?
La EMDR (Eye Movement desensitisation and reprocessing) è una “tecnica” messa a punto da F.Shapiro nel 1989  basata sulla scoperta che alcuni stimoli esterni possono essere particolarmente efficaci per “elaborare” un grave trauma(desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari). In particolare, l’esecuzione di alcuni movimenti oculari da parte del paziente durante la rievocazione dell’evento permette di riprendere o di accelerare l’elaborazione delle informazioni legate al trauma.
Come mai non tutti i soggetti esposti ad una trauma sviluppano il DPTS?
Questo è un argomento molto interessante  che sta attirando l’interesse dei ricercatori. Alcune stime riferiscono che solo il 25% delle persone sottoposte ad un evento traumatico sviluppano il DPTS mentre la rimanente parte sembra possedere degli anticorpi in grado  di preservarle. All’interno di questo filone di ricerca sono stati isolati diversi  fattori protettivi come la condizione di salute pregressa, la rete di sostegno sociale e, soprattutto, la presenza di una buona resilienza, ovvero la naturale capacità di fronteggiare gli eventi avversi e di ritornare ad una vita “normale”. I soggetti che sviluppano il disturbo sembrano avere una scarsa resilienza che ostacola la naturale elaborazione del trauma. 

 

Note Biografiche: Il Dr Gaspare Costa  – Psicologo ad indirizzo Clinico e di Comunità si è laureato presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale specializzato presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva diretta dal Dr Francesco Mancini. 

Svolge attività libero professionale come Psicologo e Psicoterapeuta nelle provincie diLucca (Viareggio, Seravezza,  area Versilia), Pisa, Livorno  e Massa Carrara dove ha maturato esperienza clinica nella diagnosi e neltrattamento  del  Disturbo di Panico e  altre problematiche legate all'ansia, in particolare il trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo  e la Fobia Sociale negli adulti e nei bambini.  E’ autore di numerosi articoli, alcuni pubblicati su quotidiani e mensili a tiratura nazionale, su argomenti di psicologia, psicopatologia e nuove dipendenze. E’ ideatore, curatore e responsabile dei siti internetwww.disturbipsichici.info  e www.attacchidipanico-ansia.it.  E’ Presidente e socio fondatore  dell’Associazione “Mente Cognitiva”, operante in Versilia, che ha come scopo principale quello di promuovere il benessere psicologico della persona e della collettività attraverso attività di ricerca, informazione, formazione, prevenzione e intervento. psicologico. E’ Presidente e socio fondatore  dell’Associazione di Volontariato A.V.A.P.P. per aiuto ai pazienti affetti da disturbi psichiatrici.

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