IL SOGNO… RICORDARLO FA BENE

di SUSANNA BENASSI 

“Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”(William Shakespeare, la Tempesta)

 

Il sogno e' connaturato all'uomo e quindi presente fin dalla nascita della specie umana, così come la curiosità di conoscerne la  vera funzione. Nel corso della storia il sogno si è fatto protagonista, soggetto a varie interpretazioni, più o meno calzanti.Premonitore, divinatorio,propiziatore o incognito messaggero di emozioni sepolte nell'inconscio ("Il sogno e' l'infinita ombra del vero"-Giovanni Pascoli), rappresenta un campo ancora tutto da esplorare, seppure la moderna tecnologia abbia permesso di metterne a fuoco alcuni aspetti interessanti che aprono a nuove e future ipotesi sulla sua reale finalità.

Ce ne parla il Dr. Claudio Lucetti,  Neurologo e dirigente medico presso           L’U.O. di Neurologia dell’ospedale Versilia.

Il sogno…Cos'è e a cosa serve?
I sogni costituiscono la rappresentazione mentale di particolari
stimolazioni bioelettrochimiche interne, prodotte  a partire dal tronco encefalico.Tale attività coinvolge successivamente sia la corteccia visiva sia i depositi mnestici delle aree associative. E’ verosimile che durante il sonno tutti e due gli emisferi cerebrali intervengano con funzioni diverse: l’emisfero dx avrebbe il ruolo di partecipare con la produzione di quegli elementi allucinatori la cui intrusione disorganizzata determina la caratteristica bizzarria dei sogni. L'emisfero sinistro invece, avrebbe il ruolo di organizzare l’attività mentale conferendo una certa logicità ed una struttura linguistica ai contenuti (indispensabile per il ricordo).Il sogno pertanto è il prodotto di un cervello che si auto stimola  per mezzo di segnali provenienti dal tronco cerebrale, generati casualmente, ai quali la corteccia impone un ordine che «è funzione della nostra personale visione del mondo, dei nostri ricordi remoti».Per fare un parallelo con i computer, è come se il nostro cervello utilizzasse nello stesso momento tutti i suoi bit di memoria, dai quali scaturisce un miscuglio apparentemente indecifrabile dal punto di vista della logica e delle connessioni temporo-spaziali. Da qui la risposta alla
seconda domanda, un sistema che lavori in questo modo, non sembrerebbe avere nessuna utilità da un punto di vista logico-razionale; da un punto di vista creativo, indubbiamente, il sogno permette connessioni impensate e
ricchissime.

Durante quale fase del sonno, sognamo?
Sappiamo che il sogno non è limitato solo alla fase REM, ma è presente
anche in altre momenti del sonno sebbene con modalità diverse. Tuttavia, se
consideriamo quella caratteristica attività onirica in cui sono presenti
percezioni visive ed uditive in assenza di stretti rapporti spazio-temporali,
allora facciamo riferimento a quelle esperienze raccontate da soggetti
svegliati in sonno REM.In questo caso il sogno viene ricordato dal 90%
degli intervistati. Un’attività mentale simile a quella del sonno REM, si riscontra durante lo stadio 1, e se il soggetto  viene svegliato in tale fase la
percentuale di ricordo di un’attività mentale (peraltro differente dal
tipico sogno) è solo lievemente inferiore a quella riscontrata in fase REM.
Se andiamo ad analizzare l’elettroencefalogramma in quest’ultima fase,
vediamo che il tracciato è simile a quello della veglia a testimonianza di una
florida attività cognitiva sottostante.

Perché riusciamo a ricordare alcuni sogni e non altri?
Se avessimo posto la domanda a Sigmund Freud,avrebbe risposto "…è
naturale…esiste la censura onirica!" Una spiegazione apparentemente
semplice è che uno dei motivi dell'oblio onirico possa essere rappresentata
dallo scarso interesse del soggetto a ricordare i propri sogni; l'attività
onirica, proprio per le sue caratteristiche bizzarre, non può essere consolidata in maniera stabile nella memoria, per cui è necessario un certo"sforzo" per richiamare i ricordi. Se guardiamo la "cosa" da un punto di vista più scientifico oggi sappiamo che lesioni di alcune aree cerebrali come la giunzione temporo-parieto-occipitale e la corteccia prefrontale mediale possono essere causa di "anoneria", cioè la perdita di ogni ricordo dei sogni.

Alcuni sostengono che il non ricordare i propri sogni, sia segno di una
tranquillità interiore… Cosa ne pensa?

Non penso si possa parlare di tranquillità ma piuttosto di assenza di
interesse verso i propri sogni. E'  vero che la ricerca ossessiva dei propri ricordi onirici può ingenerare ansia, ma un approccio ponderato alla dimensione onirica ha effetti senz'altro positivi.Ricercatori dell’University of California a Berkeley hanno dimostrato con l'impiego della risonanza funzionale che dopo un periodo di sonno in REM (nei soggetti che hanno sognato)  si verifica una sensibile riduzione della reattività dell’amigdala (la porzione cerebrale deputata all’elaborazione delle emozioni) dopo esposizione ad immagini ad alto impatto emotivo. E' come se il sogno fosse in grado di ridimensionare il vissuto e di ripulire la memoria da immagini o ricordi spiacevoli…i sogni sarebbero pertanto una terapia!E' proprio vero “ dormirci su” il più delle volte aiuta a vedere le cose da un altro punto di vista.

Esiste qualche tecnica per ricordare i sogni? E c'è del vero nella teoria
secondo cui, interessarsi all'argomento aiuterebbe a ricordarli meglio?

Dal punto di vista neurofisiologico è stato dimostrato da ricercatori italiani
(Università di Roma "Sapienza" e dell'Associazione Fatebenefratelli per la
ricerca (AfaR), in collaborazione con le Università dell'Aquila e Bologna) che
il ricordo del sogno è correlato alla presenza di  particolari oscillazioni
elettriche nella corteccia cerebrale frontale durante la fase REM del sonno.
Dal punto di vista pratico in caso di risveglio in REM (80% circa di
possibilità di ricordare il sogno), la prima cosa da fare è scrivere (frasi,
emozioni) o disegnare (immagini, colori) quanto ricordiamo del sogno. E' chiaro che l'interesse, rinforza il ricordo perchè in questo caso il maggior
coinvolgimento emotivo induce la messa in atto di particolari rituali (tenere
un diario o rivedere quanto si è abbozzato al risveglio) che rafforzano il
ricordo.  

Cosa sono i sogni lucidi?
Una particolare condizione che può rappresentare un ottimo strumento per
la comprensione della fenomenologia onirica è rappresentato dal sogno lucido…un'affascinante condizione, piuttosto rara, ma credo, esperienza di molti, in cui il soggetto che dorme ha la consapevolezza di stare sognando.

Quindi…perché sognamo?
L'osservazione di Sigmund Freud, secondo il quale il contenuto del sogno sarebbe lo specchio di sottostanti processi psicologici e psicopatologici, ha aperto la strada a molti studi sul sogno, sui suoi contenuti e su eventi
fisiologici importanti nella pratica clinica. Nonostante numerose ricerche, non esistono a tutt'oggi dati sistematici che spieghino il significato e la funzione del sogno.Tuttavia, l'attività onirica gioca un importante ruolo biologico e psicologico nel normale sviluppo dell'infanzia. Sebbene si cominci a sognare fin dalle prime epoche di vita, il primo ricordo avviene intorno ai due anni e le prime descrizioni brevi e sintetiche intorno ai 3-5 anni

Eppure Freud si spese molto nel dimostrare  il simbolismo nel sogno, da
cui  derivava la necessità di interpretarlo.Penso al duplice significato degli
elementi: letterale e metaforico…Pensa che non ci sia proprio niente di
vero?

Freud considerava il sogno un come teatrino nel quale si materializzano,
durante le ore di sonno, i desideri più nascosti. Durante la rappresentazione
intervengono dei meccanismi che manipolano il contenuto onirico (censura
onirica, spostamento di oggetto, simbolismo) per cui, per comprenderne il vero significato, è necessario uno sforzo interpretativo. Io credo che il grande merito di Freud, se vogliamo, sia riconducibile al suo riconoscimento dell'inconscio come oggetto di studio scientifico, per il resto una visione “strettamente” psicoanalitica, a proposito dell'attività onirica, mostra il fianco a parecchie critiche. L'ipotesi neurobiologica delle stimolazioni bioelettrochimiche a partenza dal tronco encefalico rimane, tuttavia, una spiegazione valida dal punto di vista neurofisiologico ma incapace di decifrare il vero significato dei sogni. D'altra parte dai risultati di analisi quantitative dei contenuti dei sogni emerge in maniera significativa uno stretto rapporto tra il sogno e il vissuto del soggetto. Anche in campo onirico la partita si gioca dunque tra una ipotesi  neurofisiologica ed una psicoanalitica/psicodinamica…la perdurante contrapposizione fra fisico e psichico! Io credo che il tutto vada ricondotto ad un prospettiva unitaria e questo sarà possibile nel futuro solo con lo sviluppo delle moderne tecniche di esplorazione funzionale del cervello.

Poco fa, ha legato il concetto di "creatività" all'attività onirica…ci
può spiegare meglio il meccanismo?

I sogni possono rappresentare un vero e proprio “propulsore”  per la
creatività. Moltissime opere d'arte sono state concepite in sogno e già si è
parlato di scoperte scientifiche, come quella di Lewy, ottenute da una rivelazione onirica. E' come se durante la fase REM del sonno il nostro cervello sia in grado di amplificare le sue capacità di elaborazione creativa. Evidenze scientifiche sembrano supportare tale ipotesi; è stato dimostrato infatti (in uno studio coordinato da Sara Mednick e condotto presso l'università di San Diego)  che dopo un fase di sonno REM i soggetti esaminati erano in grado di risolvere in maniera più rapida problemi  che richiedevano un certo grado di creatività. Di fatto l'unicità intrinseca nel sogno è rappresentata dalla possibilità di trovare prospettive inedite e di costruire schemi di risposta originali.

Una curiosità : tutte le specie viventi sognano?
Questo non è dato saperlo. Infatti,sappiamo che un individuo sogna perchè è lui stesso a riferircelo. Questa è la grossa limitazione dell'approccio scientifico al sogno. In realtà tale problema non è limitato solo alla ricerca sui sogni, ma anche ad altri campi della scienza come quello della fisica delle particelle elementari.Senza entrare in particolari in merito al Principio di Indeterminazione di Heisenberg, possiamo affermare che quando osserviamo un fenomeno, in parte contribuiamo a modificarlo.Nel caso in questione, se vogliamo studiare l'oggetto sogno, dobbiamo necessariamente interromperlo (o alterarlo) al fine di ottenere una resocontazione dal soggetto sognante che deve essere necessariamente in grado di esprimere  il contenuto del sogno.Quello che possiamo dire è che nel cammino evoluzionistico, il sonno paradosso (sonno REM, fase  in cui si manifesta il sogno)  compare prima che nei mammiferi, in particolare negli uccelli.
Potremmo  ipotizzare che gli uccelli sognano ?!

Qual è l’atteggiamento delle neuroscienze nei confronti del sogno?
Secondo i dettami della psicanalisi fondata da Sigmund Freud il sogno rappresenta un po’ lo specchio di sottostanti processi psicologici; uno specchio però nel quale non vediamo “tutta la verità” perché esisterebbe un meccanismo di censura operante nel sogno che necessita,perciò,di essere interpretato.Sebbene l’attività mentale durante i sogni sia stata materia di studio per molte branche del sapere, dalla filosofia alla
psicoanalisi, i notevoli sviluppi delle neuroscienze ci inducono oggi ad un
approccio prettamente neurobiologico. Studi con RM  funzionale mostrano che alcune aree cerebrali in fase REM sono molto attive (l’amigdala, le aree visive associative e il tronco encefalico) mentre altre come la corteccia prefrontale (associata alla programmazione e all’esecuzione delle azioni) sono più “dormienti”.Ora che sappiamo qualcosa di più sul sonno/sogno  possiamo "coricarci e sognare" tranquillamente, con la speranza di raccogliere il frutto della nostra "attività cerebrale di sviluppo interno" sotto forma, magari, di una serie di numeri vincenti alla lotteria !

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