Luciano Dati: il talento nelle mani…e nella testa

di GIULIA BERTOLI Brillante, ironico, una bulimia di parole e gestualità che si traducono in una spiccata professionalità: stiamo parlando di “mani d’oro” Luciano Dati, conosciuto per i suoi trascorsi di massaggiatore sportivo ad alto livello di molte squadre di calcio, tra cui Fiorentina, sua grande passione da sempre, Siena e Parma.. Tifoso ed amante del pallone, con lo spirito di un ventenne, è attualmente referente di un centro Massofisioterapico a Pietrasanta, in via del Teatro, anche se sottotraccia i grandi protagonisti della serie A continuano a rivolgersi alle sue ‘ cure’. Impegno ed umiltà, le sue parole-chiave: andiamo a conoscerlo. DOMANDA: CI RACCONTA IN BREVE LA SUA CARRIERA? Risposta: In realtà ho cominciato facendo un corso da infermiere generico, poi la scuola di infermiere professionale, poi ancora sono diventato massaggiatore, frequentando i corsi da massofisioterapista sportivo. Ho lavorato per 25 anni in ospedale finendo il mio impegno lavorativo da caposala di due reparti; L’esperienza ospedaliera mi è stata utilissima nel mio lavoro da massaggiatore. Con le squadre di calcio ho cominciato nel Pietrasanta, quando era in serie C, e sono rimasto con loro per 8 anni. Dopodiché sono passato a La Spezia, Viareggio, Pisa, e Fiorentina. D: SOFFERMIAMOCI SULLA FIORENTINA; COME SI E’ TROVATO CON I CALCIATORI E CON IL PRESIDENTE DI ALLORA? R: Quando sono arrivato alla Fiorentina la squadra era in serie B. Personalmente mi sono trovato benissimo con tutti i calciatori ed il presidente, che era Vittorio Cecchi Gori. C’è sempre stato un rapporto di stima e fiducia, in particolare con Batistuta, calciatore di assoluto livello. Prima di tutto sono un vero tifoso, quindi per i ragazzi ero un massaggiatore, ma anche un “motivatore”, riuscivo a caricarli molto con il mio tifo da stadio. Sono rimasto con loro per ben 10 anni, abbiamo condiviso la scalata alla serie A, poi di nuovo la retrocessione in serie B. Sicuramente tante emozioni. D: DOPO LA FIORENTINA COSA E’ ACCADUTO? R: Quando ho finito con la Fiorentina sono rimasto a casa per un anno: ho capito, in quel periodo, quanto amassi il mio lavoro, e come senza mi sentissi vecchio, privo di quelle energie che avevo sempre avuto, insomma mi mancava tanto stare nello spogliatoio, vivere la partita e l’ambiente.. Poi la fortuna di lavorare al Parma per 6 mesi, infine al Siena per 6 anni, dove ho conosciuto Enrico Chiesa e tutti gli altri giocatori. Una volta terminato il mio lavoro con il Siena, ho smesso di fare il massaggiatore per le squadre di calcio, ma ho aperto uno studio Massofisioterapico a Pietrasanta. Sono rimasto in contatto con alcuni calciatori, ogni tanto passano qua da me. D: HA DETTO DI ESSERE UN GRANDE TIFOSO, QUAL’E’ L’ASPETTO CHE APPREZZA DEL CALCIO? COSA INVECE NON AMA DI QUESTO MONDO? R: Quello che amo del calcio sono i calciatori e le emozioni che ci regalano. Le società invece sono spesso opportuniste: questo tipo di mestiere non dà molti riconoscimenti, si viene “usati” finché ce n’è bisogno, si è perfetti quando torniamo comodo, ma si viene dimenticati e “rimpiazzati” con estrema rapidità, nel momento in cui lo scopo è stato raggiunto. D: A LIVELLO PROFESSIONALE, CHI LE E’ STATO VICINO IN TUTTO IL SUO PERCORSO? R: Ci sono state due persone fondamentali per me: il Presidente del Pisa Anconetani che mi ha insegnato a diventare un vero massaggiatore professionista e l’allenatore del Viareggio Riccomini; persone che hanno saputo supportarmi e darmi la giusta energia nei momenti più difficili, quelli di debolezza in cui si pensa addirittura di lasciar perdere tutto. Insomma, due insegnanti di vita, se così li posso definire. D: COSA CONSIGLIA AD UN GIOVANE CHE VUOLE INTRAPRENDERE LA SUA STESSA CARRIERA? R: Le parole-chiave sono impegno ed umiltà; un giovane che vuole intraprendere questo lavoro non può partire con l’idea di fare tanti soldi: deve considerarsi un “operaio specializzato”, come dico io, che solo con il giusto impegno potrà ricavarne un vero e proprio guadagno. Inoltre, in ogni squadra ci sono almeno cinque o sei massaggiatori, questo significa che non bisogna voler primeggiare, ma rimanere al proprio posto e collaborare: si tratta di un equipe, si lavora tutti assieme per un unico obiettivo finale, il benessere della squadra. D: IN CONCLUSIONE, COM’E’ ORGANIZZATO IL SUO CENTRO MASSOFISIOTERAPICO? R: In poche parole non si può rapportare al classico lavoro del fisioterapista. Questo centro viene definito “medico” ed è un piccolo ospedale con il proprio direttore sanitario, i miei colleghi sono dottori in fisioterapia. Io ovviamente mi occupo del massaggio, in tutto siamo in 5 persone: insieme a me, Graziano Lazzeri, Giovanna Dati, Marina Pardini, Elio Serra.Che dire, cerchiamo sempre di dare il meglio e sfruttare a pieno la nostra professionalità. E le persone ci seguono. E questo, in ogni contesto, è l’aspetto più importante.

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