Il medico di famiglia

Il medico di base, o come siamo soliti definirlo “medico di famiglia”, è la persona che più conosce la nostra salute e il nostro modo di gestirla. Rappresenta il punto di riferimento a cui ci rivolgiamo per essere  curati e consigliati sulle terapie da seguire, ma anche qualcuno capace di rassicurarci, di indicarci lo specialista adatto al caso nostro e l’iter da seguire per poter accedere alle cure del Servizio Sanitario Nazionale. 
Conosciamolo meglio attraverso le parole del dr. Guido Lucchetti.

  Com’ è cambiato nel tempo il ruolo del medico di famiglia ?

  Il ruolo del medico di base è rimasto quello di sempre, semmai sono cambiate le esigenze sociali. Al medico di famiglia vengono richieste sempre più prestazioni a parità di compenso.Oggi abbiamo una popolazione mediamente più anziana che si sposta con difficoltà  quindi sono aumentate le visite a domicilio. 

Quali prerogative ricopre attualmente? 

C’è una tendenza a curare di più i pazienti nella loro casa, sia perché il numero dei letti in ospedale si è ridotto, sia perché i tempi di ricovero sono brevi ed è il medico di famiglia che comunque deve continuare a seguire l’andamento della patologia a domicilio. C’è da dire che è comunque supportato e aiutato dagli infermieri del territorio e dagli specialisti ospedalieri. Ad esempio, per i pazienti oncologici c’è la terapia palliativa con accesso domiciliare. Oggi più che mai, il medico di base è diventato il punto di riferimento della famiglia, anche da un punto di vista informativo circa gli iter da seguire per accedere al Sistema Sanitario Nazionale.

  Qual è il rapporto tra il medico di famiglia e il paziente?

Da un certo punto di vista si è “irrigidito”, questo perché i pazienti sono sempre più esigenti ed anche per piccoli errori si rivolgono all’avvocato per chiedere il risarcimento del danno, cosa che un tempo non era neanche ipotizzabile. Quindi il medico tende a “darsi meno”. Nella maggior parte dei casi però, rimane un rapporto di amicizia e fiducia.

Come lavora oggi il medico di famiglia?

Oggi il medico di base non lavora da solo, ma in equipe  attraverso forme associative e cooperative che attuano progetti per il territorio per alleggerire il lavoro alla struttura ospedaliera.

Verso quali modalità di cure sanitarie stiamo andando?

 L’indirizzo della medicina futura è quello dell’ ospedalizzazione domiciliare, anche per quanto concerne le visite specialistiche e le indagini strumentali come ecografia, elettrocardiogramma etc.. etc..Si è costituita in molte regioni italiane tra cui la Toscana,  “La Società della Salute”, un ‘organizzazione (consorzio pubblico) composta da tre soci : Asl,  Comuni e Associazionismo che ha il compito di riunire tutto il sociale e il cui obiettivo finale consiste in una strutturazione sanitaria composta da due poli, quello prettamente specialistico rappresentato dall’ Ospedale che accolga e segua le patologie acute e il Polo del territorio (zona-distretto appunto società della salute) costituito dall’unità di primo soccorso, dal 118, medici di medicina generale, specialisti ambulatoriali, laboratorio analisi e consultori che segua le patologie croniche.

In questa strutturazione innovativa che posizione assume il medico di medicina generale?
 In questo nuovo contesto il medico di famiglia assume la figura principale e “smista”in base alle patologie i pazienti bisognosi di cure, lavorando sette giorni alla settimana e 24 ore al giorno.

Riguardo alle procedure prettamente  burocratiche relative all’ assistenza sanitaria, ci sono stati dei cambiamenti di rilievo nel corso di questi ultimi anni?
Una novità introdotta negli ultimi anni è l’informatizzazione, attraverso la quale il medico di famiglia condivide le informazioni prettamente mediche con le altre strutture sanitarie e al momento si sta parlando della “ricetta online” interessante strumento specie per coloro che seguono terapie ripetitive, poiché possono in questo modo evitare il passaggio del ritiro della ricetta cartacea presso l’ambulatorio, recandosi direttamente in farmacia e ritirare il proprio farmaco.

  Quando consiglia di rivolgersi ad uno specialista ?
 Quando riscontro patologie che non possono essere risolte in ambito ambulatoriale.

  Quando è necessario rivolgersi al proprio medico e quando invece ci si deve rivolgere al pronto soccorso?
 Al Pronto Soccorso bisogna rivolgersi in assenza del medico curante e di fronte a sintomi e patologie gravi, quindi il sabato, la domenica e nelle ore notturne, ma in prima istanza la soluzione migliore  è sempre quella di chiamare il 118 . Naturalmente questo è opportuno in casi di sintomi importanti, come il forte dolore al petto che può essere il campanello di allarme di una patologia cardiaca  in corso, in caso di traumi gravi e dolori addominali violenti. Il medico curante dovrebbe comunque essere informato.

  Quali sono gli esami di routine e con che frequenza andrebbero eseguiti?
Gli esami del sangue andrebbero eseguiti esclusivamente se ci sono problemi o come controllo periodico in caso di patologie già esistenti.
Gli esami preventivi, come il sangue occulto nelle feci (per la neoplasia del colon), il paptest, l’ ecografia mammaria e la visita urologica (per le patologie prostatiche- dopo i cinquanta anni), con cadenza annuale. La mammografica con cadenza biennale. La migliore prevenzione resta comunque uno stile di vita sano. Niente fumo, una dieta equilibrata sia per qualità che per quantità di cibo assunto e il movimento.

Quali sono le patologie più frequenti ?
Le cardiopatie ischemiche, le cerebropatie ischemiche (ictus) e i tumori, quelle più gravi. Per quanto concerne le patologie croniche : il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa , la b.p.c.o (bronchite cronica ostruttiva) e lo scompenso cardiaco.

  Come è cambiata la salute dei pietrasantini  negli ultimi 30 anni?
E’ cambiata in meglio, si vive più a lungo perché sono migliorati sia lo stile di vita che la qualità della medicina e ciò ha consentito un aumento della vita media dei pietrasantini.

   Qualche curiosità…
Alcune domande curiose che mi vengono poste, tipo – “Dottore, ma le capsule vaginali vanno prese per bocca? –  “Cos’è la prostica ? “(prostata) –“ Come mai dottore non lavora la domenica?” e varie altre. C’è poi chi per farsi fare una ricetta arriva un’ora prima dell’apertura dell’ambulatorio.

   Note biografiche
Il dott. Guido Lucchetti  e’ nato a Massa Carrara il 28 Giugno 1953. Si e’ laureato in medicina nel 1979 e ha conseguito la specializzazione in ortopedia e traumatologia nel 1983. Esercita la professione medica dal 1980.

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