Un luogo in cui le associazioni possano riunirsi e custodire il materiale necessario alle loro attività: questa l’idea che è emersa dall’attività della Commissione istituita per destinare a nuovo utilizzo il bene immobile confiscato alla mafia, situato in via Civitali a Forte dei Marmi. Si tratta, è doverosa la precisazione, soltanto di una prima proposta, cui dovrà seguire un progetto realizzato dai tecnici degli Uffici comunali preposti, data l’importanza dell’oggetto in questione per la comunità e visto l’importante onere finanziario di cui probabilmente necessiterà l’intervento.
La proposta è giunta dopo aver vagliato tutte le possibilità e constatato, con rammarico, come la destinazione residenziale dovesse essere esclusa a priori. L’idea, come detto, è stata avanzata dall’apposito gruppo di lavoro che è stato istituito in seno al Consiglio comunale di Forte dei Marmi. A seguito di una mozione presentata all’assise dal consigliere di opposizione Gianpaolo Bramanti, relativa alla destinazione d’uso della cosiddetta “Casa del mafioso”, il presidente dell’assemblea Simona Seveso ha infatti dato mandato di istituire appositamente una commissione che seguisse la vicenda. Tale organo è composto dallo stesso presidente del Consiglio comunale Simona Seveso, dall’assessore Enrico Ghiselli, dai consiglieri Massimo Lucchesi, Rachele Nardini, Gianpaolo Bramanti e dai tecnici comunali di riferimento