di IRENE TARABELLA
Arte e Sport, un connubio che viene da lontano e che grazie alle ideatrici di “Sporting Marble”, Giulia Talini e Valentina Laura Rosi, rivive nella contemporaneita? con esiti di forte suggestione e con il nobile fine della beneficenza. La mostra/evento che si terra? al MUSA di Pietrasanta, sabato 3 settembre, dalle ore 18, sposa, infatti, una buona causa, devolvendo il ricavato alla UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, sezione della Versilia. Si tratta di una vera e propria rilettura in chiave attuale dell'antico binomio Arte e Sport attraverso la forza espressiva della fotografia. Alcuni dei piu? conosciuti sportivi e fotografi del territorio apuo-versiliese si sono così incontrati nei luoghi piu? affascinanti di questo bacino dell'arte, dalle cave alle botteghe di scultura. E non poteva che essere Pietrasanta, la Piccola Atene, a ospitarne gli esiti.
Arte e Sport fin dall'antichita? hanno costituito un binomio fecondo, che divenne inseparabile in Grecia tra il VII e il V secolo a.C., tanto da non poter neppure concepire l'evoluzione artistica senza l'esperienza proveniente dalle gare e dagli esercizi di palestra. Lo studio sui corpi degli atleti si è perpetrato a partire dalla pittura vascolare fino alla bronzistica e al marmo, dove trova la sua massima espressione nel canone del Discobolo policleteo, nel Doriforo di Mirone e nelll’Apoxyomenos di Lisippo.
L'esempio piu? significativo del binomio Arte e Sport ci è dato dalle più importanti gare sportive panelleniche: le Olimpiadi, durante le quali artisti e studiosi approfittavano del momento per farsi conoscere dal grande pubblico. La vera vittoria era la gloria eterna che la statua, o l’ode pindarica, offriva al vincitore, al committente e allo scultore.
Dalla presenza sul territorio Apuo Versiliese, di attivita? lavorative legate all'estrazione del marmo nasce l'idea di rileggere in chiave contemporanea l'antico binomio Arte e Sport e di creare un nuovo dialogo fondato sulla forza dell'immagine fotografica.
Cosi? come ad Olimpia, gli atleti venivano omaggiati con una scultura, cosi? a Pietrasanta, la "piccola Atene", attraverso la fotografia, si omaggia l'impegno degli sportivi del territorio e si valorizzano alcuni dei luoghi piu? suggestivi che hanno permesso a questo comprensorio di farsi conoscere nel mondo.
Per l’occasione, ho incontrato Giulia, una delle curatrici della mostra/evento.
Come e quando nasce il progetto? “L’idea è nata la scorsa estate dall’amicizia con Valentina Laura, una ex sportiva e ora anche attrice. Abbiamo deciso di unire i due mondi che ci appartengono: il mio, l’arte, e il suo, lo sport.”
E questo come si fa? “Credo che ci siano diversi mezzi, nell’antica Grecia venivano resi onori agli atleti tramite statue in marmo, come il Discobolo di Milone [Mi porge il volantino dell’evento: una copia del discobolo] noi invece oggi abbiamo deciso di servirci della fotografia”.*
Ma ha le scarpe! Come mai? “L’idea delle scarpe è mia. Ho voluto dare una lettura moderna ad un qualcosa che ha radici millenarie. A dirla tutta volevo che le scarpe fossero di un colore giallo evidenziatore.”
Hai già lavorato a progetti simili? “No, è la prima volta. Il mio ultimo lavoro riguardava la storia del mio bisnonno che fu internato al manicomio di Maggiano. A me piace molto raccontare storie. E anche questa volta è così: il nostro intento è quello di raccontare storie. C’è una citazione di Terzani che amo ricordare sempre riguardo a questo progetto: ‘la grande foto è l’immagine di un’idea’”.
16 scatti, 16 storie, quindi. “Sì, ogni fotografia che si trova sul catalogo ha il suo perché. Non è stato un lavoro per niente facile, ci ha chiesto un anno di tempo a causa del periodo invernale, dato che per raggiungere certe cave di marmo ci vogliono buone condizioni meteo: pensa che il primo scatto lo abbiamo fatto a Alessandro Ponzanelli nell’agosto 2015, e l’ultimo, quello di Luca Tesconi, l’altro giorno, a fine luglio.”
Il marmo, lo sport, la UILDM. Qual è il filo conduttore che unisce il tutto? “Il corpo. La sua forza e la sua malattia. Devolvere tutto il ricavato – ottenuto dalla vendita dei cataloghi e delle fotografie in tiratura limitata autografate da fotografi e atleti – alla UILDM Versilia è stata una conseguenza immediata e naturale di un progetto che riguarda lo sport e quindi il corpo. E, aiutando la ricerca che si occupa della lotta alla distrofia muscolare, ci è sembrato di unire l’utile al dilettevole.”
E riguardo al marmo cosa mi dici? “Abbiamo scelto le cave e i laboratori del marmo perché rappresentano il nostro territorio e la sua storia.”
Le cave, i laboratori, i fotografi, gli atleti: un format made in Versilia, possiamo dire. “Esatto, l’intento è quello di omaggiare non solo il nostro territorio e gli atleti che per origine, per lavoro o per amore hanno a che fare con Pietrasanta e dintorni, ma anche di dare spazio e voce a nostri fotografi di grande talento.”
Pensi che ci possa essere un qualche rapporto fra la forza simbolica del marmo, la forza dell’atleta e quella dell’immagine? “Sì, credo che le fotografie siano, per chi le osserva, l’impulso per creare un proprio sentimento e vivere emozioni autonome. Ad esempio, abbiamo chiesto a Denis Dallan di spostare un blocco di marmo e di urlare mentre lo faceva. Quella foto parla da sé: a guardarla si sente l’urlo di Denis.”
A proposito degli atleti, come li avete scelti? “All’inizio, l’idea era quella di cercare nomi su tutto il territorio nazionale, ma poi abbiamo fatto un passo indietro, perché nella zona del marmo, fra le province di Lucca e Massa-Carrara, abbiamo veramente tantissimi personaggi dello sport. E quindi, ad uno ad uno, li abbiamo contattati e hanno aderito tutti con entusiasmo: alcuni non erano mai stati alle cave.”
Cosa chiedevate loro di fare di fronte all’obiettivo? “Dipende: ognuno ha alluso alla propria disciplina: il bobbista Stefano Ticci si è rannicchiato dentro lo svuoto di una colonna che ricorda la pista tonda di ghiaccio; a Diletta Carli è stato chiesto di “tuffarsi” da un trampolino di marmo – tra l’altro quella foto mi piace molto perché sullo sfondo c’è un carroponte vecchio che non si trova facilmente nei laboratori di marmo.”
Parlami delle location: come venivano selezionate? “In base alla nostra conoscenza del territorio, abbiamo scelto secondo necessità: Silvia Gemignani fa triathlon, sport che implica nuoto, corsa e ciclismo, quindi avevamo bisogno di una cava dove ci fosse acqua, e quella del Corchia ha fatto al caso nostro. Tra l’altro la situazione era, se vogliamo estrema, perché, nonostante la calura estiva, l’acqua era a 7 gradi.”
La foto di Collina è davvero simpatica… “Già, all’inizio gli avevamo proposto di presentarsi vestito da arbitro, perché avevamo in mente di fargli “ammonire” le statue del laboratorio Cervietti, ma lui, dato che non arbitra più da 11 anni, ha deciso di rappresentarsi per come è adesso, quindi è venuto vestito perbene con il suo pallone e lo ha messo sopra l’unica Venere senza testa.”
Come mai le foto sono tutte in bianco e nero? “Per scelta di editing, principalmente, ma anche per dare omogeneità e ottenere risultati migliori in breve tempo: con il colore sai che hai molti più obblighi e restrizioni, occorre più tempo, mentre questo è un progetto che spesso si basa sull’immediato in certe situazioni.”
Riguardo alla tua collaborazione con Valentina Laura, come vi siete organizzate il lavoro? “Dipende, è stato una collaborazione sincretica, dove io mi sono occupata maggiormente dell’aspetto visivo, mentre lei delle interviste; le faceva prima o dopo lo shooting, stabilendo un rapporto a tu-per-tu con la persona. Nel catalogo ci sono tutte le interviste.”
La foto di Luca Tesconi ricorda Neo in Matrix… “Esatto, se noti, si forma una diagonale a X con le statue a grandezza naturale e Luca si trova sotto un cono di luce naturale. È una fotografia molto suggestiva.”
Avete incontrato delle difficoltà in questo anno? “Sì, certo: ad esempio, se guardi la foto con Sara Morganti, sul pavimento ci sono delle guide che abbiamo dovuto tappare con delle tavole perché il cavallo non rischiasse di troncarsi una zampa; inoltre, i cavalli sono molto sensibili ai cambiamenti, si innervosiscono facilmente, quindi abbiamo dovuto portarlo al laboratorio una settimana prima perché si ambientasse. Poi in quella fotografia c’è anche un altro aspetto: Sara ha eliminato la sua carrozzina, sostituendola con una braga del marmo, dando un significato davvero poetico e profondo all’immagine e al contesto.”
Dal punto di vista della prospettiva, le foto di Fabio Nari, Michele Bartoli e Nicola Vizzoni colpiscono particolarmente l’occhio… “Sì, quella di Fabio ha una prospettiva molto forte, sembra che esca da un lungo tunnel fra lastre di marmo; mentre Michele percorre il Passo del Vestito, uno dei più belli del nostro territorio. Per la foto di Nicola Vizzoni invece, abbiamo voluto creare un effetto ottico: ingrandire lo sfondo per far sembrare piccolo un colosso di 1.95 m.”
Le fotografie di Marcello Lippi e Roberto Crudeli hanno in comune, per così dire, l’elemento celeste, anche se sono in bianco e nero. In che senso? “Per Lippi abbiamo pensato ad una rivisitazione della celebre fotografia di Henry Moore della ditta Henraux: entrambi sembrano camminare fra le nuvole. Roberto Crudeli invece gioca ad hockey, quindi gli abbiamo fatto tirare il dischetto da un’ambientazione “lunare” rappresentata dal cumulo di ciottoli sotto di lui.”
Dulcis in fundo, ci restano le ultime due fotografie: la tua preferita e la mia preferita. “Giulio Donati è un giovanissimo calciatore che gioca nel Mainz: per un giorno la sua squadra era composta da cavatori, il cui capitano con in mano il pallone è il capo cavatore.
La foto di Margherita Zalaffi è molto particolare per il nudo voluto dalla fotografa Mara Mazzei e per il panneggio della sua lunga gonna che molto somiglia a quello della copia della Nike di Samotracia: fra le due figure, tra l’altro, si delinea una diagonale che parte dall’ala della Nike, percorre il fioretto e arriva fino al lembo della gonna di Margherita.”
Per gonfiare la gonna c’era un ventilatore dalla parte opposta? “No, Valentina tirava il lembo e poi correva via: ci sono voluti diversi scatti per arrivare ad ottenere quello perfetto.”
Dopo l’evento del 3 settembre, ci sono altri progetti in cantiere? “Sì, la mostra dovrebbe essere inserita anche nel programma di Seravezza Fotografia a febbraio 2017.”
Sporting Marbleè una mostra/evento unisce il mondo dell’arte con quello dello sport con uno scopo benefico: le fotografie autografate da fotografi ed atleti, in edizione limitata, saranno accompagnate da un catalogo che documenta l'iniziativa; il ricavato della loro vendita sara? devoluto alla UILDM.
Hanno partecipato al progetto 16 autorevoli personaggi del mondo dello sport e 9 fotografi versiliesi. Gli atleti immortalati sono: il campione di ciclismo Michele Bartoli, protagonista d'importanti vittorie in gare nazionali e internazionali; la cavallerizza Sara Morganti, oro nel 2014 agli World Equestrian Games e per ben 9 volte ai campionati italiani; il pluricampione di surf Alessandro Ponzanelli; l'allenatore Marcello Lippi; il lanciatore di martello, argento olimpico 2000, Nicola Vizzoni; il bobbista Stefano Ticci, bronzo a Lillehammer nel '94; la schermitrice Margherita Zalaffi, oro alle Olimpiadi di Barcellona e oro ai mondiali di Lione nel 1990; l'hockeista Roberto Crudeli, piu? volte campione del mondo con la nazionale; Silvia Gemignani, colonna del triathlon nazionale; la giovane campionessa di nuoto Diletta Carli; il rugbista Denis Dallan, vincitore con il Benetton Treviso di ben 7 campionati italiani; il campione nazionale ed europeo di triciclo Fabio Nari; PierLuigi Collina, miglior arbitro del mondo dal 1998 al 2003; il calciatore Giulio Donati, attuale difensore della squadra tedesca del Magonza; il campione di tiro a segno Luca Tesconi, medaglia d'argento ai Giochi olimpici di Londra 2012; Paolo Bertolucci, considerato uno dei maggiori talenti del doppio mai espressi dal tennis italiano.
I fotografi sono: Luca Ponzanelli, Patricia Franceschetti, Nicola Gnesi, Stefano Baroni, Mara Mazzei, Libero Musetti, Nicola Bertellotti, Simona Palumbo, Barbara Cardini: una generazione di artisti dell'obiettivo, cresciuti in Versilia e dintorni, tra il salmastro del mare e la polvere del marmo, fianco a fianco ai grandi scultori internazionali che qui lavorano e, in molti casi, vivono stabilmente.
Hanno contribuito alla realizzazione del progetto: Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana, HenrauxSpA/Fondazione Henraux, Les Fragrances srl global partner della Simex Trading AG, Consorzio Cosmave, Michielotto Service srl, Generali Assicurazioni Agenzia di Pietrasanta, Centro Fisioterapico Apuano, Enoteca Marcucci.
La mostra / evento Sporting Marble e? patrocinata dal Comune di Pietrasanta e dalla Camera di Commercio di Lucca.
INAUGURAZIONE | mostra/evento sabato 3 settembre, ore 18, ingresso libero.
LUOGO | MUSA – Museo Virtuale della Scultura e dell'Architettura, via Sant'Agostino 61, Pietrasanta.