La Media Art di Lunardi a Pietrasanta

 

La decadenza e la solitudine degli spazi “industrial” di Marcantonio Lunardi in esposizione per la prima volta a Pietrasanta. Sarà la Sala delle Grasce, nel complesso del Chiostro di S. Agostino, ad ospitare le 10 opere realizzate tramite net camera e poi stampate su carta cotone che rappresentano l'indagine dell'artista attraverso la rete internet in diversi spazi industriali del globo: luoghi in cui la percezione della solitudine è sempre più intrinseca ed è parte integrante del nostro tempo. La mostra promossa dal Comune di Pietrasanta e Fondazione Versiliana nell’ambito del progetto di promozione S.T.Art – Grandi Eventi e curata da Maurizio Marco Tozzi sarà inaugurata sabato 2 aprile alle ore 17.00. L’esposizione resterà aperta fino al 17 aprile (dal martedì al venerdì 16.00-19.00; sabato, domenica 10.00-13.00/16.00-19.00; lunedì chiuso). L’ingresso è libero. 

L'analisi di Lunardi parte proprio dallo scoprire e evidenziare un difetto dell'applicazione Google Earth che in un posizionamento dell'inquadratura distorce l'immagine rendendola ancora più surreale rispetto al suo aspetto originale. Ecco che il punto di vista virtuale con la complicità dell'artista si de-trasforma (come aveva fatto Vostell con il de-collage) in un punto di vista politico. Ne scaturisce una virtuale (i ruoli si invertono) ma reale costante deformazione della società prospera a una decadenza quanto mai irrefrenabile.

La totale mancanza di figure umane rende gli Industrial ancora più isolati, in una completa assenza temporale e le immagini, che Lunardi registra e riporta alla nostra visione attraverso la stampa e quindi nuovamente al di fuori della rete (i ruoli si invertono nuovamente), acquistano una profondità di uno spazio che diventa infinito e dove appunto domina la dilagante solitudine.

Un'atmosfera tangibile apparentemente solo all'esterno di quei luoghi ma Lunardi non si ferma a quei container, a quei silos, quella nave del porto di Marghera, nature morte in costante assenza di precisione, la sua azione arriva alla consapevolezza di ciò che esse rappresentano, racchiudono, prevaricano e controllano: l'umanità!

In esposizione anche The Egde, un'opera di animazione costruita esclusivamente con strumenti prelevati dalla rete, a partire dal software utilizzato e dagli scenari di Google Earth fino alle tracce audio ricavate da You Tube. L'opera – illustra Ilaria Sabbatini – è il racconto delle emozioni dell'autore rispetto al riflesso digitale di un evento destante come quello del 13 novembre parigino. Il silenzio che congela la città come preludio a futuri eventi e l'avvolge accompagnandola verso la sua fine, si trasforma in un elemento di riflessione sul dolore di vivere. E' una sofferenza solitaria che accompagna l'alter ego dell'autore verso il confine tra 2d e 3d, verso il luogo metaforico dell'assenza di profondità, dove gli algoritmi hanno definito un limite che svela una realtà piatta e indifferente. Le opere realizzate da Lunardi ci pongono infatti di fronte al problema della necessaria ri-umanizzazione della nostra epoca post industriale dove anche la tecnologia monopolistica di Google mostra involontariamente i propri difetti.

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