UN GATTO IN BLU E TANTA IRONIA NEI DISEGNI DEL VICE QUESTORE ENRICO PARRINI

di SUSANNA BENASSI La comunicazione ha molte facce e una di questa è senza dubbio il fumetto. A metà strada tra la pittura e la letteratura, esprime un significato attraverso l’immagine, a cui spesso si affiancano, però, le parole scritte. Un mondo tutto particolare che richiede abilità tecnica, fantasia e originalità espressiva, caratteristiche  che Enrico Parrini,  Vice Questore,  dirigente del commissariato di Forte dei Marmi, possiede senza dubbio. E dal fumetto ha tratto ispirazione per i suoi disegni: figure, ambienti, paesaggi, colorati di fine umorismo, prendono vita dai tratti della sua matita e raccontano storie, sempre diverse , o fermano l’attimo come in uno scatto fotografico. Personaggi, inventati, parodiati, ripescati dalla Storia o semplice gente comune osservata  su una  spiaggia, in una strada di paese, in una piazza, fermati sulla carta, disegnati d’istinto e acquerellati di getto.  Sono belli e originali i suoi lavori che narrano dei luoghi in cui ha vissuto e lavorato, mettendone a nudo le peculiarità. 

 

Lo abbiamo incontrato per conoscerlo meglio. 

 

 

Chi è Enrico Parrini?

Enrico Parrini è , da trent’anni, un funzionario di polizia e, da dieci, dirige il commissariato di Forte dei Marmi.

 

E il disegno? Come nasce questa sua passione?

Disegno da sempre, fin da bambino e ho sempre amato moltissimo i fumetti, si può dire che ci sono cresciuto dentro…mi hanno accompagnato per tutto il corso della vita. Sono stato rapito dal mondo del Diario Vitt di Jacovitti, e da lì non mi sono più fermato.

 

Quali sono stati i suoi fumetti ispiratori, diciamo così… quelli che ha amato?

Mi sono appassionato a Tex, Zagor,  a tutti i bonelliani, alla rivista Linus,ai disegni di Andrea Pazienza e di Hugo Pratt con Corto Maltese.

 

Ha pubblicato alcuni dei suoi disegni?

Si, lo faccio da vent'anni sul mensile Il Cittadino di Pescia, per il quale realizzo la copertina. Conoscevo il direttore, Sergio Silvestri, corrispondente de La Nazione di Pescia  e mi proposi per realizzare vignette. Da lì è iniziata questa lunga collaborazione.

 

Cos’è il disegno per lei? 

E’ la mia forma espressiva. Come ho già detto, mi accompagna da sempre. Lo uso, al posto della scrittura, per fermare un accadimento,un particolare, per fissare i pensieri, insomma.

 

A cosa si ispira nel creare i suoi disegni?

A tutto ciò che vedo! Può trattarsi di una qualsiasi immagine o fatto che mi colpisce per qualche motivo.

 

L’idea dei gatti che si arrampicano lungo il muro di un bastione,ad esempio, come le è venuta?

 

Ho visto davvero questa immagine surreale quando ero a Gallipoli. Stavo facendo una passeggiata lungo le mura e con la coda dell’occhio ho colto qualcosa che si muoveva sulla parete inclinata. Mi sono voltato e la scena che mi si è presentata di fronte è stata incredibile:  una piccola folla di gatti, tutti neri ,che uscivano dai buchi nel muro e si arrampicavano verso la cima su cui stava un uomo con una ciotola piena di cibo.

 

Nella vignetta in questione i gatti sono blu, però, come mai?

Perché da un po' di tempo, il gatto,lo vedo bene in blu… Mi piace in blu!

 

C’è un motivo particolare?

Perché è un colore utraterreno,, il colore della favola in cui cattivi non esistono. Inoltre, il blu ispira pace  e tranquillità.

 

 

E il gatto, invece?  Appare spesso, se non sempre, nei suoi disegni… che significato ha?

Il gatto è un animale fantastico, mi piace molto. Gli vengono attribuiti poteri magici, è affascinante e misterioso. Nei miei disegni appare come una guida… è il filo conduttore delle mie storie. 

 

Oltre al gatto, sempre o quasi presente, ci sono personaggi, nei suoi disegni, che ricorrono frequentemente?

 

Si, i miei suoceri ,per esempio, che sono spesso fonte d’ispirazione, soprattutto per le loro caratteristiche fisiche, e ultimamente gli ascari.Ma non ho personaggi ,fissi, diciamo così.

 

Perché ha scelto l’ascaro?

Mi hanno ispirato i venditori ambulanti, una sorta di invasori buoni e pacifici… vere e proprie truppe  arrivate qui, che non fanno male a nessuno, ma hanno preso il posto degli abitanti.

 

Nei suoi disegni c’è sempre un certo humor…

E’ vero, perché riesco a disegnare solo quando mi sento bene.

 

Parliamo della sua mostra tenutasi a Forte dei Marmi nel dicembre scorso, come è nata?

E’ stata un’iniziativa del sindaco Umberto Buratti che aveva visto i miei disegni e a cui avevo dedicato una vignetta. Mi ha reso davvero felice, come sono stato altrettanto contento del tributo ricevuto dal mensile di Pescia, Il Cittadino, che nell’anno precedente mi aveva dedicato una rassegna espositiva.

 

Non aveva mai esposto prima?

No

 

Perché?

Perché non penso che i miei lavori siano giusti per una mostra.

 

Per quale motivo pensa questo?

Perché se confronto il mio lavoro con quello di artisti professionisti noto un abisso incolmabile!

 

Quando osserva i suoi disegni cosa pensa?

Che mi danno tanta soddisfazione!

 

E questo non basta per indurla a mostrarli in pubblico?

Non molto, perché penso,comunque, di non avere un buon livello tecnico, anche se qualche sorriso riesco a farlo apparire.

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