Ciulla protagonista all’Expo di Milano

 Da Pietrasanta all'Expo.La sua installazione scultorea "Gli aurighi" darà il benvenuto ai visitatori di Eataly nell'ambito della mostra "Tesoro d'Italia" di Vittorio Sgarbi. Così l'artista siciliano Girolamo Ciulla, che da molti anni vive e lavora a Pietrasanta, conquista l'EXPO di Milano. Dal 1° maggio al 31 ottobre "Gli aurighi" saranno al centro della scena internazionale. Si tratta di 4 steli in travertino che saranno posizionati proprio all'ingresso del padiglione. Il complesso scultoreo è stato realizzato dal maestro nel suo studio a due passi dal centro storico di Pietrasanta. "La sua opera – scrive Enrico Mattei – riecheggia un figurativismo fortemente improntato da forme arcaiche, ancestrali. I suoi temi figurativi interpretano nel contemporaneo, elementi che appartengono ad una consapevolezza figurativa che rimonta alla notti dei tempi, contaminazioni tra miti e culti dell’antichità si riuniscono e si fondono in una nuova immagine che evoca attraverso la materia e il disegno una stratificazione senza tempo frutto di una sapienza antica di mitiche divinità scomparse.

 

I giochi pitici, ancora prima dei giochi olimpici, che si tenevano ogni quattro anni a Delfi avevano come elemento significativo la corsa dei carri in cui l'Auriga, il conduttore, aveva un ruolo eroico, come un condottiero in battaglia. La statua dell'auriga in bronzo ritrovata appunto a Delfi, del 474 a.c. così come le quattro in travertino realizzate da Girolamo Ciulla, celebrano l'ideale della bellezza, la serenità interiore, la forza fisica, la ricchezza intellettuale espressa dagli occhi che guardano lontano.

Osservare queste sculture è come immedesimarsi nei "condottieri" che guardano lontano, disponibili a combattere battaglie per la terra che amano, sereni perché convinti persecutori dei loro ideali e della bontà delle proprie idee. Diversamente dagli altri atleti olimpici, gli aurighi non gareggiavano nudi, vestivano il chitone, l'abito impiegato comunemente nella Grecia antica, una tunica di stoffa leggera chiusa da una cucitura e una cintura. Il nostro artista le rappresenta con una monumentalità dinamica che s’innalza verso il cielo come una stele o una sorta di pilastro cinto in vita da una cintura che rende un senso di leggerezza dato dalle scanalature scolpite nel travertino. Un panneggio che elimina la pesantezza della materia restituendo quel senso di levità a queste figure che sormontate da una cornice in cui, racchiuse, aleggiano le teste senza collo, senza giuntura al corpo sottostante dando ancor più il senso di slancio verso l’alto. Le quattro teste si presentano con capigliature di colori e tagli differenti, anche il viso cambia quasi a differenziare etnie diverse andando da una carnagione chiara ad una scura con passaggi intermedi, questo sicuramente perché sia in epoca greca che in epoca romana gli aurighi erano perlopiù schiavi. Particolare è quella scura realizzata incollando della sabbia sulla superficie.

Altro elemento caro all’artista è l’animale e qui lo troviamo raffigurato nella civetta incastonata a formare una nicchia all’interno della frontalità monumentale della veste, una all’altezza del cuore e un’altra all’altezza della vita. Nell'antica Grecia la civetta era considerata sacra per la Dea Atena, Dea della sapienza ed ancora oggi è raffigurata in molti portafortuna. Girolamo Ciulla ci mostra degli aurighi con sembianze di divinità femminili, un omaggio alla donna e alla sua contemporaneità".

 

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