L’ARTE DEL DISINCANTO DI EMANUELE GIANNELLI

di SUSANNA BENASSI L'essere umano è corpo e anima. Due elementi parte di un tutto che non possono essere divisi.L'arte di Emanuele Giannelli, in mostra a Pietrasanta presso la Galleria Paola Raffo-Arte Contemporanea fino al 31 Maggio,sembra mettere in luce questo aspetto,proponendo corpi ora rigidi e atoni, ora quasi animaleschi, mossi da un'aggressività primitiva. L'uomo messo a nudo,osservato dall'esterno con occhio disincantato e svestito dagli abiti civilizzati, rivela la sua vera essenza: l'individualismo. Giannelli, critica il modello industriale e consumistico. In sintesi le sue opere gridano nel loro mutismo"Homo homini lupus!" (l'uomo e' un lupo per l'uomo) locuzione cara ai latini, ripresa da Thomas Hobbes per definire la natura umana, come egoistica e sopraffattrice. Ma in questa lotta, finisce per perdersi e non riconoscersi, trasformandosi in un automa che si muove per inerzia che segue le mode, idolatra il corpo fino a farne scempio,come mostrano le sculture "I bipedi".Ma un corpo, seppure atletico e bello, senza anima e' solo un' involucro vuoto, come ben si percepisce osservando "I Sospesi", uomini e donne che pendono dal soffitto, sostenuti da una sottile corda.Inquietudine e riflessione sono le sensazioni che invadono l'animo dell'osservatore. 
 
 
Emanuele Giannelli si racconta in questa breve intervista.
 
Il tema dell'uomo che attraverso la civilizzazione si autodistrugge, non è un argomento  sorpassato? Dovrebbe essere un concetto  assunto, ormai,dato che ne discutiamo da decenni, o no?
Intanto non parlerei di civilizzazione, ma di di progresso e da come stanno andando le cose, non sembra che il concetto sia stato ben metabolizzato, nonostante se ne parli da decenni! Quello dell'autodistruzione e' purtroppo un tema,  di estrema attualità.
 
Come bisogna intervenire allora, affinché la società,prenda finalmente coscienza?
 
L'unica cosa  che possiamo fare e' parlarne come stiamo facendo! Discuterne, specie con i giovani, perché ciò che sembra "banale" in realtà e' invece molto complicato. Credo che si debba cambiare il tipo di approccio a questo genere di tematiche. Capire che il cambiamento può arrivare solo dal singolo. Ognuno di noi si deve fare modello di un comportamento virtuoso, contagiare chi gli sta vicino, diffondere il virus della "responsabilità individuale", diventare protagonista.
 
 
Il consumismo che ha, ormai,radici lontane, ci ha educati all'apparenza "tout court", trascurando, o quantomeno, mettendo in secondo piano il benessere della mente… Pensa che un'inversione di rotta, sia possibile e soprattutto, vicina?
 
Penso che paradossalmente, la  crisi potrebbe aiutarci in questo senso,perché ci costringe nostro malgrado a fare delle scelte. Ci rieduca, in qualche modo a "vedere" e quindi distinguere il necessario e l' irrinunciabile dal superfluo e l'effimero. Saremo forzati a ragionare di piu' sui consumi, e a dare importanza alle cose che ci circondano, una sorta di "rinnovamento obbligato".
 
 
 
Ma cos'è davvero importante nella vita e cosa solo illusione?
 
L'illusione e' determinante se accostata all'onirico e al sogno, dobbiamo saper coltivare l'illusione, seguirla e volergli bene.  Tutto ciò che è' irrazionale ha una sua importanza. Ed e' essenziale a mio parere, cercare il giusto equilibrio tra la parte astratta  quella concreta,nella  nostra testa. Dobbiamo insegnare ai giovani la consapevolezza del desiderio come fonte di energia, da non confondere con il desiderare in senso materiale.
 
Mi hanno colpito in particolare due delle sculture esposte… Ce le racconta?
Iniziamo con la prima – Spingere-?
SPINGERE e' un nuovo lavoro di terracotta dedicato al rugby, ma il pensiero va alla voglia di combattimento e di scontro che noi uomini abbiamo.divisi in fazioni e in tribu' contiuamo ad amare il combattimento.
 
I corpi appesi, mi riportano alla memoria la sala inquietante del film "Coma Profondo"  (tratto dal romanzo Coma di Robin Cook), in cui una serie di pazienti in stato vegetativo, sono tenuti sospesi in aria da cavi e monitorati da un computer. Anche questi corpi, paiono in certo modo svuotati dal loro spirito…e' così?
Mi piace pensare piu' alla sospensione che all'essere appeso, corpi che gravitano ,sospesi  precari nello spazio,la loro muscolatura pero e' tesa alla reazione  e alla voglia di riscatto.
 
Parliamo del modo di "fare arte", come e' cambiato dagli inizi della sua carriera artistica?
 
Fin dall'inizio ho sentito volonta' di cambiare forma espressiva. Il mercato induce  a produrre un "modello" di scultura ripetitivo che si trasforma automaticamente in "prodotto" e questo e' un aspetto del mondo artistico verso cui nutro molti dubbi. Picasso ad esempio, ha cambiato tante volte il suo stile, andando ad indagare ambiti diversi, ed ogni volta e' riuscito a trasmetterci emozioni "nuove".
Nel mio lavoro,pur  avendo differenziato lo stile, credo appaia evidente un filo conduttore che unisce le varie opere tra loro e mostra il tema di fondo che ho voluto rappresentare in questi 25 anni di scultura e di ricerca.
 
Chi e' l'artista,oggi?
Il termine -artista-  mi ha sempre messo un po' in imbarazzo! Ancora oggi non trovo questa figura, classificabile.Personalmente, posso dire che il mio impegno artistico, e' volto ad analizzare  la contemporaneità attraverso un lavoro creativo. Ritengo determinante per un artista creare un arte di impegno, un qualcosa che faccia riflettere , un esercizio mentale a volte dimenticato. Penso poi che la creativita' appartenga a tutti, ma solo  alcuni hanno la fortuna di renderla "sensibile". Forse l'artista e' colui che mantiene vivo il "fanciullino" che e in lui. Resta un  bambino e l'essere ancora in grado di giocare gli rende più facile la vita. Lo aiuta nel difficile rapporto che tutti abbiamo con la nostra mente.
 
 Ha in programma altre mostre, a breve? 
Nel mese di maggio oltre a questa mostra presso la Galleria Paola Raffo di Pietrasanta, sono a Lucca, con un'altra Personale, a Palazzo Ducale.
 
Note biografiche
EMAUELE GIANNELLI NASCE A ROMA NEL 1962. NEL 1981 SI TRASFERISCE IN TOSCANA DOVE SI LAUREA ALL’ ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI CARRARA SEZIONE SCULTURA CON IL MASSIMO DEI VOTI.
NEL SUO LAVORO HA ESPRESSO CONTENUTI CHE VANNO DALLA POP ART ALL’INDUSTRIALE, RIPETIZIONI SERIALI DOVE L’ UOMO, INGRANAGGIO, HA COMUNQUE IL SUO CENTRO. IN SEGUITO LA SUA RICERCA ARTISTICA SI È INDIRIZZATA VERSO LA CULTURA CIBERNETICA: VISIONI AEREE DI CITTÀ INDUSTRIALI, SCENARI ALLA PHILIP K. DICK DOVE L’UOMO È COSTRETTO CONTINUAMENTE A RIDISCUTERE IL PROPRIO RUOLO E LA STESSA ESISTENZA. I MATERIALI PREDILETTI DA GIANNELLI SONO ANCHE OGGETTI DI RECUPERO: SCARTI DI UNA SOCIETÀ INDUSTRIALE E CONSUMISTICA, CHE DIVORA A RITMO VERTIGINOSO I PROPRI PRODOTTI.
NEGLI ULTIMI ANNI CON “SOSPESI” E “ HAIDA” GIANNELLI RITORNA ALLA FIGURAZIONE CLASSICA.
LAVORA INOLTRE GESSO, RESINA, BRONZO E TERRACOTTA. HA AL SUO ATTIVO NUMEROSE MOSTRE IN ITALIA E ALL’ESTERO.

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