IL DESTINO DELL’UOMO E’ DELLE MOIRE,MARCO BIGIO

di SUSANNA BENASSI  L'uomo, per quanto si sforzi di credere nel libero arbitrio e nell'autodeterminazione,non può ignorare di far parte di un ciclo vitale che segue un percorso circolare obbligato. E' il protagonista di un "racconto" scritto da un autore sconosciuto che ha un inizio, uno svolgimento e una fine.Per i greci antichi il destino degli esseri umani era governato dalle Moire (Parche, per i romani), tre dee nate Da Zeus e Temi, il cui giudizio non poteva essere annullato o variato dall'intervento di nessuna altra divinità. Nell'arte sono state spesso raffigurate come vecchie, o come giovani fanciulle oscure intente a filare la trama della vita di ogni individuo. Nella tela attribuita al pittore senese Marco Bigio, le Parche sono rappresentate da tre bellissime donne dal fisico atletico,nell'atto di tessere il destino dei mortali. Cloto (a destra) che governa la nascita srotola il filo dal fuso.Lachesi (a sinistra) che amministra la vita,lo tesse e nelle sue mani si fa rosso a simboleggiare l'amore fisico dell'età matura. Mentre Atropo (al centro), la più matura delle tre, lo recide, decretando il momento della morte. Sullo sfondo s'intravedono l'albero di Adamo ed Eva, un altro albero  rinsecchito con un rapace appollaiato e uno scheletro che tiene in mano una falce,simbolo di vanità.Alle spalle delle Moire un vecchio tiene in mano una clessidra,rappresenta il tempo che scorre e ha nelle pieghe della veste delle monete simili a quelle che si notano a terra, al centro della scena, oggetto dell'attenzione di due piccoli putti.Le monete, di metalli diversi (oro, argento e bronzo) riportano i nomi dei soli uomini di fama, personaggi che si sono conquistati un nome nella storia e non di quelli che invece cadranno nell'oblio.

 

"Le Parche" di Marco Bigio si trova esposto alla Galleria Nazionale d'Arte Antica, di Palazzo Barberini a Roma.

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