LA “CONVERSAZIONE PLATONICA” SECONDO CASORATI

di SUSANNA BENASSI "Conversazione platonica" e' un dipinto del 1925  (Collezione privata)di Felice Casorati (Novara, 4 dicembre 1883 – Torino, 1º marzo 1963) pittore piemontese di grande talento.Nasce in una famiglia di matematici e scienziati di fama e si dedica anima e corpo alla musica, sua grande passione. Scopre la pittura verso i diciotto anni, quando per problemi di salute e' costretto a lasciare il pianoforte e il padre, per consolarlo e distrarlo durante la convalescenza gli regala una scatola di colori.Si laurea in giurisprudenza, ma senza mai abbandonare l'attività pittorica.Il suo percorso artistico, nasce con un'impronta impressionista per poi passare alla maniera liberty,e infine approdare ad un originale stile metafisico.Esteticamente essenziale ed efficace nelle forme,ma estremamente enigmatico nei contenuti, come in questa bellissima immagine che mostra il corpo nudo di una donna sdraiata su un letto che con aria invitante osserva l'uomo seduto vicino a lei,in abito scuro, il volto coperto da un cappello che lascia scoperto solo il mento su cui poggia una mano in atteggiamento pensoso ed incerto.Il senso di attesa e' la prima sensazione che si prova, osservandolo, ma il contrasto tra i due corpi, l'uno completamente vestito, scuro, composto, l'altro nudo, rilassato e in primo piano,provocano una sorta di disagio misto a stupore.Perché l'uomo e' titubante ed esita? Il messaggio di lei e'esplicito, eppure lui e' trattenuto. Questo strano contrasto attrae lo spettatore, lo sconcerta e ne cattura un'attenzione carica di curiosità e ricca di ipotesi.Ogni opera racchiude significati nascosti,in chiave metafisica questi si moltiplicano all'infinito. Ognuno può dare la spiegazione che crede.Tra le più immediate senza dubbio spicca un'evidente dualità, dei sessi,innanzi tutto. La donna e' senza dubbio di natura più istintiva e fisica, l'uomo invece tende a razionalizzare. Può essere quindi un'allegoria dei due modi diversi di "essere".Quello femminile e quello maschile.O una pura e semplice raffigurazione di istinto e ragione resi attraverso le forme del femminile al "naturale" e del maschile in sembianze civilizzate, molto borghesi.Ma anche una critica, nei confronti di un atteggiamento repressivo dettato dal pensiero che non permette di assecondare il desiderio,facendo perdere all'uomo l'opportunità di essere felice.La donna(istinto) infatti ha nel contesto una preminenza sia fisica (e' in primo piano e padrona della scena) che mentale (perfettamente rilassata e propositiva).L'uomo invece e' defilato, quasi nascosto e trattenuto, dubbioso,passivo.Il grande "effetto" dell'opera e' dato proprio dal punto interrogativo che metaforicamente l'autore ha messo in evidenza: resterà una semplice "conversazione platonica", o si evolverà in qualcosa di più carnale? A voi la scelta del finale che riterrete più opportuno.

 

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