Miccio Canterino: voti e curiosita’ della prima serata

Di NICOLA GIANNACCINI

Sipario alzato sul  "Miccio Canterino" 2014. Giovedì 27 febbraio è infatti andata in scena  la prima serata di un Festival giunto  alla 57esima edizione. Tanto entusiasmo ed un'atmosfera incandescente in un palazzetto dello sport – quello di Forte dei Marmi –  a dire il vero tutt'altro che esaurito, con parecchi posti vuoti sia in platea che in tribuna.

 

 

Ultime prove dell'orchestra per accordare gli strumenti; il pubblico che prende posto; i contradaioli che mettono a punto le coreografie per sostenere i propri artisti durante la sfida. Così il palazzetto dello sport si prepara al via e illude l'attesa. Un'attesa che viene finalmente interrotta  intorno alle 21.30, quando si spengono le luci e, sulle note dell'ormai storica sigla d'apertura, sale sul palco la presentatrice Sara Chiarei. L'accoglienza è delle migliori, con un pubblico che certamente non è avaro di applausi ed apprezzamenti. Ma anche i musici e gli sbandieratori del Palio vogliono dare – a modo loro – un caloroso benvenuto alla nuova conduttrice, inscenando una coreografia che, a suon di squilli di chiarine e giochi di bandiere, crea quell'atmosfera di familiarità e di entusiasmo propria del Miccio Canterino. Grande emozione per Sara che – prima di dare il via alla kermesse, lanciandosi in una conduzione magistrale – si dice onorata di essere la prima donna nella storia a salire sul palcoscenico della manifestazione in veste di presentatrice. Voto? Senza dubbio un meritatissimo 9, considerando la sintonia che, fin da subito, è riuscita a creare con spettatori e contradaioli attraverso la simpatia. E considerando, soprattutto, la difficoltà di guidare un evento in cui gran parte del pubblico nutre ancora nostalgia verso gli anni di Paolo Ruffini.

Simpatico l'intervento, a metà serata, del comico di “Colorado”, Carmine Faraco. “L'uomo dei pecchè” si è gettato in una graffiante satira verso le canzoni italiane che hanno segnato la storia della musica, ricevendo tanti applausi. E così, dagli 883 ad Antonacci, passando per “La notte prima degli esami” di Venditti, molti artisti famosi sono stati riletti in chiave ironica. Ma passiamo adesso alle vere protagoniste della serata, le “canzonette”. Tutte molto interessanti, anche se dare un giudizio è compito davvero arduo. Un fardello che spetterà alle due giurie incaricate, quella tecnica e quella popolare. E in attesa del verdetto che arriverà nella finale di sabato 1 marzo, ci accontentiamo di assegnare un aggettivo ad ogni contrada. Ad aprire la kermesse tocca ad una suggestiva Quercia, con Giò di Tonno. A seguire un grintoso Ranocchio, guidato da Roberta Pompa; una Madonnina melodica (Lisa) ed un Leon d'Oro profondo (Povia). La contrada più applaudita insieme alla sorprendente Cervia, rappresentata da Simona Molinari. Ma ancora sottolineiamo un intenso Pozzo capitanato da Ilaria Porceddu e una coinvolgente Lucertola (Michaela). A chiudere la sfida è invece il Ponte, con un performance incisiva di Bianca Atzei.

 

Un'apertura ad alta tensione che, però, come detto, non ha registrato il tutto esaurito, terminando addirittura con un palazzetto vuoto per metà. Colpa probabilmente della tarda ora (l'evento è stato chiuso abbondantemente dopo la mezzanotte) e del giorno lavorativo, oltre che dello zampino messo da una crisi economica che non guarda in faccia nessuno. Nonostante tutto, la kermesse è partita, e la febbre continua a salire. L'attesa è per la seconda serata, ma soprattutto per la finalissima, quando conosceremo la contrada vincitrice della Lira d'Oro, disegnata – quest'anno – da Simona Garibaldi.

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