GIOVANNI BOLDINI, IL PITTORE CHE CAPIVA LE DONNE

 

di Susanna Benassi

La donna è ritratta nell'arte in numerose aggettivazioni: santa, debole, forte, dolce, selvaggia,spietata,comprensiva, vittima, prostituta, ma nessuno come Giovanni Boldini è riuscito a comprendere e riprodurre sulla tela il misterioso e sfaccettato animo femminile.E, forse, solo un esponente del "sesso debole",osservando i suoi lavori, è in grado di percepire con immediatezza quanto l'artista amasse visceralmente le donne e ne avesse carpita l' intima essenza. L'occhio è in un primo tempo distratto dalle forme vivaci e "danzanti", dalla bellezza intrigante dei soggetti, ma superato il giudizio estetico è l' empatia immediata con l'autore che scatta improvvisa, così come accade quando leggiamo una poesia o un racconto in cui ci riconosciamo tanto intimamente e profondamente da vibrare d'emozione in comunione con il poeta- scrittore quasi fossimo un tutt'uno. Oltre l'esteriorità dei corpi eleganti e sinuosi avvolti in abiti raffinati, che nascono da veloci pennellate ("sciabolate") e colori sfumati , affiorano in superficie desideri reconditi, sensualità ,ma anche determinazione, fierezza, intelligenza, disinibizione, insomma, l'intricato e sotterraneo e per molti astruso universo femminile. Le donne,Boldini le comprendeva, non le giudicava, non ne era soggiogato né spaventato, ma semplicemente attratto, ammirato e rispettoso della loro identità, complice. In quest'atmosfera " empatica" le modelle, in gran parte dame dell'alta società, scioglievano le riserve lasciando fluire senza tabù i loro sentimenti più nascosti e le aspirazioni trattenute, liberando senza falsi pudori una femminilità che emerge in maniera civettuola, ma mai volgare. I ritratti, uno più bello dell'altro, rimandano a immagini tipiche delle Belle Époque dove lo sfarzo, ma anche la classe, il bon ton ne erano caratteristiche peculiari. Le pose non sono mai statiche, ma cristallizzazioni di atteggiamenti in movimento, di gesti appena conclusi o sul punto d' iniziare. Boldini cattura e riproduce "l'attimo fuggente" perché la vita è qui, ora, ed è gioia di vivere, passione, azione, armonia e bellezza. L' attrazione "non giudicante" e sempre "rispettosa" che l'artista ebbe nei confronti del sesso opposto traspare in maniera significativa in una serie di nudi ritratti in movenze decisamente erotiche ma che trasudano poesia. Non sono donne che fingono, recitando secondo un copione, assumendo studiate e "accademiche" pose provocanti, ma colte, inconsapevoli, in quegli atteggiamenti intimi spontanei a volte giocosi che si rivelano solo nella complicità del momento. 

Giovanni Boldini (Ferrara, 31 dicembre 1842 – Parigi, 11 gennaio 1931) è stato un artista particolare, unico nel suo genere, che ha sviluppato un proprio stile non riconducibile a nessun specifico movimento artistico. Dipingeva di getto, animato da foga e passione, utilizzando pennellate veloci, colori accesi e sfumati e soggetti dinamici. Fu amato e odiato allo stesso tempo. Amato e ricercato dalle donne soprattuto dell'alta società e odiato dagli uomini, colleghi e non, a causa della fama che si era conquistato. 
Molte delle sue opere, tra cui -La signora in rosa -( Ritratto di Olivia de Subercaseaux Concha, 1916, olio su tela, 163×113 cm) si trovano a Ferrara al Museo Giovanni Boldini.

 

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