Il mistero della bambina della Rocca: Pietrasanta si interroga

di GIULIA BERTOLI Fenomeni strani, apparizioni, presenze? Con certezza non possiamo saperlo, fatto sta che in questi giorni non si discute d’altro: stiamo parlando del caso della bambina apparsa sul muretto della Rocca a Pietrasanta e vista da Michele Bertellotti, venerdi 12 aprile, alle 6:20 del mattino. Michele, titolare della piadineria e di Serendipity di piazza, ne è certamente rimasto stupito, ma non ha mai detto di aver visto un fantasma. ” Solita routine di ogni mattina. Ero solo, e mentre stavo sistemando tavoli e sedie fuori dal locale – racconta – sento una cantilena, alzo lo sguardo e vedo questa bambina sul muretto della Rocca. Era vestita di scuro, non mi sono avvicinato, ma non credo avesse più di 8, 10 anni; tutto qua. Non faccio in tempo a girarmi di nuovo che lei non c’è più”. Arrivati i primi clienti, , Bertellotti racconta quanto visto ed ecco che esplode un giro di voci: panico a Pietrasanta, ma anche , stupore e curiosità che lo stesso Bertellotti non ha voluto generare perchè, come tiene a precisare, ripete di non aver visto un fantasma, e nonostante ne sia rimasto stupito sul momento, per lui è già acqua passata: risponde con gentilezza ad ogni domanda, ma preferisce pensare al suo lavoro, che porta avanti da circa 9 anni. In realtà, l’inquietudine e lo smarrimento della gente prendono il sopravvento: chi scatta foto, chi racconta esperienze da brivido, chi assilla Michele da giorni per estrapolare qualche informazione in più. Il protagonista della vicenda inoltre, dice di non essere mai stato contattato dalla trasmissione “Mistero”, altra voce che gira insistentemente. ” Il lato positivo di questa storia, quello che ho apprezzato davvero, è stato notare come tutti, giovani ed adulti, abbiano collaborato per capirci qualcosa di più: questa notizia ha distolto per un attimo l’attenzione della gente dai problemi di ogni giorno, come il lavoro e la politica; Anche i ragazzi hanno abbandonato playstation e computer, erano tutti in piazza, nelle strade, e si aiutavano l’uno con l’altro a fare ricerche, recuperare archivi storici, questo mi ha colpito” E’ così che si conclude il racconto di Michele Bertelloti, che ci invita per primo a non travisare la faccenda. Niente panico e, soprattutto, niente mistificazione.

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