NOI e l’8 marzo: brevi pensieri in liberta’

Sono stufa dei torti dello specchio al mattino e di quelli dei tacchi alti la sera. Sono stufa di essere considerata bella, perciò stupida, brutta, perciò affidabile, intelligente, perciò difficile, sensibile, perciò fragile, preparata, perciò pericolosa. Sono stufa di non lasciarmi andare e sentirmi dire che sono fredda, perciò in grado di stare da sola. Sono stufa di lasciarmi andare e sentirmi dire che sono debole, perciò non in grado di stare da sola. Sono stufa del rimmel che decide di sciogliersi sempre nel momento sbagliato. VALERIA PARDINI L’ultima volta che ho festeggiato la festa della Donna, avevo 17 anni. Ed ero fastidiosamente ed insopportabilmente inconsapevole. Ubriache e moleste finimmo in una discoteca a sfiorare parti anatomiche abbandonate a vista. Una volta riemersa dal mio nulla, pensai ‘ Mai più’. L’8 marzo, in quanto festa, non mi serve. Non ci serve. E allora celebro un monito: quello verso l’altrui diffuso, che ignorando la parità dei diritti, sgorga in una qualsiasi violenza. FEDERICA BARTOLI Sin tanto che ci sarà una festa che ci celebra come se fossimo una specie protetta, per me l’8 marzo resterà soltanto la festa di compleanno di mamma e zia! Se qualcuno desiderasse inviarmi dei fiori, perciò, è avvisato: preferisco le rose alla mimosa e sarebbero più graditi in ogni altro giorno dell’anno! ALESSIA LUPOLI L’ 8 marzo per me rappresenta la libertà di credere che i propri desideri possono realizzarsi nonostante l’insistente rumore delle voci giudicanti sul ruolo che, proprio in quanto donna, una persona dovrebbe avere. Per questo voglio virtualmente porgere oggi un ramo di mimosa ai sogni di tutte le donne, comunque essi vadano, purché proseguano il lungo cammino verso l’indipendenza. MONICA MIOZZO Una ricorrenza, non una festa, l’8 marzo, un giorno importantissimo perché valorizza le conquiste economiche, sociali e politiche del sesso femminile e al tempo stesso ci serve per ricordare e combattere le violenze tutt’oggi molto presenti contro le donne. Quello che non apprezzo affatto in realtà, è il modo volgare e paradossalmente poco “femminile”, con cui troppe donne decidono di ‘festeggiare’. Sicuramente l’8 marzo può essere un’occasione, o forse una “scusa” in più per trascorrere una serata con le proprie amiche, ma senza esagerare con feste eccessive a base di super-alcolici e spogliarellisti. Perché farlo proprio in una serata che vuole rappresentare tutt’altro? GIULIA BERTOLI L’8 Marzo?… Se per 104 anni il sesso femminile ha gridato ininterrottamente ai quattro venti di far parte a tutti gli effetti della categoria “essere umano” e l’ altra metà del cielo ancora non l’ ha compreso, francamente trovo che ci sia poco da festeggiare! SUSANNA BENASSI Forte dei marmi. Ore 21.27 del 7.3.13. Un uomo picchia la donna. La trascina sull’asfalto bagnata, la fa salire di peso in macchina. Lei urla come una disperata. Lui sovrasta la sua voce dicendo’ “ho il coltello. Ho il coltello”. Una scena che parla da sé. Buona festa delle donne. GIADA KETLIN BASILE “Tamara facciamo qualcosa questo venerdì?” “Che c’è di particolare venerdì?”. Ecco come vivo io la festa della donna: un giorno assolutamente come un altro, una ricorrenza che nemmeno ricordo. Questo perché come tutte le ricorrenze spesso se ne perde il vero senso; oggi per molte donne l’8 marzo è una serata diversa con le amiche, la mimosa, i cioccolatini. Si dimentica quindi che è una giornata nata per commemorare le conquiste sociali, politiche e familiari fatte dalle donne: in questa accezione sì che vale la pena ricordarla. Non bisogna però illuderci, ci sono voluti secoli per raggiungere la parità, ma di fatto, se soltanto pensiamo al fenomeno del femminicidio, forse stiamo già tornando indietro. TAMARA PELLICCIA L’8 marzo è il 67º giorno del Calendario Gregoriano (il 68º negli anni bisestili). Mancano 298 giorni alla fine dell’anno. Qualcuno potrebbe farmi notare che quel giorno si celebra la giornata internazionale della donna, ma il mio pensiero và a tutte quelle signore che andranno ad affollare i ristoranti ed i locali agghindate come madonne di Lourdes e che dopo si gongoleranno con qualche simpatico spogliarello maschile nelle discoteche. Chissà cosa potrebbero pensare vedendo ciò, tutte coloro che, con il loro impegno civico, etico e politico, hanno lottato per la dignità e i diritti delle donne nel XIX, XX e del XXI secolo. Io nel dubbio, resto a casa a darmi lo smalto alla unghie. ERIKA ANSANI Odio la festa della donna. Non è una festa. A maggior ragione dopo l’anno appena trascorso, anno in cui è morta una donna ogni 3 giorni. Mi sento solamente di dire, ma questo lo faccio ogni giorno, non solo l’8 marzo, che il problema della nostra società è a monte. Se ci fosse una parità, effettiva e sinceramente auspicabile, tra uomo e donna, una giornata internazionale, che offende la nostra intelligenza, non avrebbe senso di esistere. Inoltre, grazie ad alcune di noi, è una ricorrenza che perde il suo senso, in origine molto nobile: ricordare le 129 operaie di un’industria tessile di New York, morte l’8 marzo del 1908, mentre scioperavano, pretendendo condizioni lavorative eque. Fate un giro in qualche locale questa sera. Chiedete a quelle quattro galline sguaiate, che sbavano sotto un palco pieno di uomini oggetto, se sanno qual’è il vero significato di quella che loro hanno trasformato nella giornata più squallida dell’anno. SARA LEMMETTI Una mimosa tutti i giorni, per le donne, ecco quello che vorrei. Per tutte quelle donne che con le loro sfumature incomprese costruiscono intorno a se stesse un mondo complesso che merita molto. Le donne che sanno essere amiche, compagne, mogli e amanti. Che non hanno bisogno di imparare ad essere madri. Le donne che parlano anche quando tacciono e che quasi sempre vedono. Per tutte queste donne, la mimosa non la vorrei solo l’8 marzo… ALESSANDRA MAZZEI Semplicemente complicata, la donna sarà sempre il riferimento più sensato che ogni miglior uomo dovrà avere. Anche perchè senza lei, e senza ancora la sua enorme sensibilità, tutto andrebbe a finire. Ogni giorno. CHICCA ORIGINI/FESTA DELLA DONNA La “Festa della donna” fu celebrata per la prima volta negli Stati Uniti il 28 Febbraio 1909 ad opera del Partito Socialista americano che decise di organizzare per l’ ultima domenica del mese, una manifestazione in favore del diritto di voto alle donne. In realtà l’ intento di istituire il suffragio universale, aveva preso avvio in occasione del VII Congresso della II Internazionale Socialista, tenutosi a Stoccolma nel 1907, con la partecipazione dei delegati di 25 nazioni. Nel 1911, la giornata della donna, venne festeggiata anche in alcuni paesi europei, come Germania, Danimarca, Svizzera e Austria. In Italia, molti anni dopo, esattamente il 12 Marzo 1922. La scelta dell’8 Marzo come data celebrativa definitiva che molti attribuiscono alla morte di 129 operaie decedute nel rogo di una fabbrica di New York, (tragedia effettivamente accaduta, ma in data diversa),in realtà ricorda una grande manifestazione che l’8 Marzo del 1917 le donne di SanPietroburgo guidarono per le strade della capitale rivendicando la fine della guerra. La repressione ordinata dallo Zar non fu portata a compimento dal suo esercito, segnando la fine della sua egemonia. Perciò questa data viene indicata come il punto d’ inizio di quella che fu denominata ” La Rivoluzione russa di Febbraio”.

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