500 anni per la Cappella Sistina. Le iniziative a Pietrasanta

Attira ogni anno 5 milioni di visitatori; Giorgio Vasari l’ha definita “lucerna dell’arte nostra”; stiamo parlando del ciclo di affreschi della volta della Cappella Sistina, commissionata da papa Giulio II della Rovere a Michelangelo nel 1508 e terminata nel 1512, di cui ricorre, mercoledì 31 ottobre, il 500° anniversario dello “svelamento”. Per celebrare questo evento e lo stretto rapporto storico e artistico che lega Pietrasanta al maestro Buonarroti, mercoledì 31 ottobre, alle ore 18.00, al M.U.S.A. – Museo Multimediale della Scultura e dell’Architettura, a ingresso libero, sarà proiettato il documentario “Michelangelo e la Sistina”, curato e commentato da Antonio Paolucci (con la regia di Gianmarco D’Agostino), attuale direttore dei Musei Vaticani. Il documentario fa parte di un ciclo di proiezioni dedicate a Michelangelo, promosse dalla Fondazione Centro Arti Visive e curate dal direttore Alessandro Romanini, in collaborazione con il Comune di Pietrasanta, l’Accademia di Belle Arti di Carrara, con il sostegno della Camera di Commercio di Lucca, Artigianart e dell’associazione culturale Amici del C.A.V. Nel tardo pomeriggio del 31 ottobre 1512, il “papa guerriero” Giulio II della Rovere svelò il ciclo di affreschi della volta della Cappella Sistina, celebrando la liturgia dei Vespri alla vigilia di Ognissanti, cerimonia che sarà ripetuta per omaggio al capolavoro del Buonarroti, a 500 anni di distanza da papa Benedetto XVI. La Sistina deve il suo nome a papa Sisto IV (anche lui un Della Rovere) che la fece edificare e inaugurò nel 1481 con lo scopo di narrare l’inizio e la fine del tempo. La cappella fu arricchita da papa Giulio II° che nel 1508, su consiglio del Bramante (paradossalmente un fervente sostenitore di Raffaello Sanzio), affidò a Michelangelo, fino ad allora famoso soprattutto come scultore, il ciclo di affreschi. Neppure papa Giulio II ebbe modo di vedere l’immenso lavoro del Buonarroti coperto dal più estremo segreto fino al 31 ottobre del 1512; solo Raffaello, che comprendeva il genio del suo rivale, fu ammesso nel 1510 a contemplare parzialmente la prima parte degli affreschi, e il maestro urbinate ne rimase talmente colpito che ricambiò l’onore della visione ritraendo Michelangelo in veste di Eraclito nella sua Scuola di Atene. Antonio Paolucci, commentatore nel video documentario, già direttore per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, Ministro dei Beni Culturali sotto il Governo Dini, Accademico della prestigiosa Accademia del Disegno di Firenze (di cui Michelangelo è stato “capo”), ci guida all’interno della Cappella Sistina, illustrandoci origini, iconografie e aneddoti, dalle opere degli illustri predecessori nell’illustrazione della cappella (Ghirlandaio, Signorelli, Perugino, Botticelli) ai problemi tecnici (l’intonaco ammuffito), alle soluzioni innovative (la miscela creata dal suo assistente Jacopo l’Indaco), alle trasformazioni progettuali (all’inizio Michelangelo doveva realizzare solo le 12 figure degli Apostoli). Il ciclo di proiezioni dedicate a Michelangelo continuerà nel mese di novembre e dicembre, con altre produzioni documentarie, tra le quali spiccano, il “Michelangelo” di Carlo Ludovico Ragghianti, (mercoledì 21 novembre ore 18.00), presentato da Maria Teresa Filieri, direttrice della Fondazione Ragghianti di Lucca, vero e proprio gioiello, pioniere dell’uso didattico dell’arte del mezzo audiovisivo. Il 30 novembre sarà la volta del documentario “Michelangelo: una passione eretica”, un viaggio fra simboli segreti e tracce lasciate nel marmo dal Buonarroti, basato sulle scoperte del restauratore Antonio Forcellino.

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