di Davide Bertoli
con un freno manuale: il tentativo non riesce ed il treno pieno di materiale tossico, con freni ad aria disinseriti, è totalmente fuori controllo e punta verso un centro abitato. Appresa la situazione di pericolo, i due uomini, ciascuno con una situazione affettiva differente e complicata, cercheranno di fermare il bolide incontrollabile in una rischiosa corsa contro il tempo.
"Unstoppable"-sillaba il trailer-"ispirato ad una storia vera": questo è l'unico margine di salvezza del film e fuori schermo, la rassicurante consapevolezza che in realtà esistono persone così. Se non fossero episodi realmente accaduti si potrebbe definire "la solita americanata" ma poiché la trama è un fatto di cronaca, su schermo diventa magicamente "la solita americanata verosimile". Un film a rispecchiare il lato iperbolico della regia di Tony Scott che riconferma, dopo l'accattivante "Pehlam 123", Denzel Washington come suo protagonista prediletto. Rosario Dawson in ombra, Chris Pine bello e…..bello e…solo bello, nient'altro da aggiungere vostro onore!. Spezzando una lancia a favore degli attori, i dialoghi costituiscono una massiccia "remata contro": poco brillanti, esagerati e spesso 'farciti'di dati, termini tecnici ferroviari. Per comprendere pienamente il film occorre aver lavorato per oltre un anno al servizio di Trenitalia. La saga del feticismo di Tony Scott per i mezzi di trasporto ha fatto un discreto buco nell'acqua (e non ammetterlo solo perché è il regista di "Top gun" non sarebbe giusto). Americanata? No, sono sazio