Quando la moda ritorna. Un mito: il mocassino

                                           di Sara Lombardi

mocassino_1.jpegLo sappiamo, ce lo dice la nonna, la mamma e la zia di turno: nella moda non si butta via niente perché prima o poi torna!! E' stato così per il pantalone a zampa, per le zeppe, per la minigonna, per le ballerine…e ora è il turno del mocassino. Basta fare un giro per negozi e guardare le vetrine per rendersi conto che è scoppiata la "MocassinoMania": viola o verde, giallo o azzurro, bianco o nero, con borchiette e nappe o liscio con pallini nella suola. Non importa come tu lo preferisca…

l'importante è che sia coloratissimo e ‘superChi'c. Non vi è stilista che non lo abbia proposto per la stagione P/E 2009, si va dai più "classici" di Tod's e Carshoe ai più particolari di Prada e Celine. Forse pochi sanno che però, i nostri tanto amati stilisti,  non hanno inventato nulla di nuovo…e stato più che altro il rilancio  di un accessorio  pensato alcuni  anni fa.

I mocassini sono infatti nati grazie all'inventiva e alla così detta "Arte di arrangiarsi" degli indiani del Nord America infatti, il termine "mocassino", deriva dalla traduzione della parola "calzatura" nella lingua Algonquan parlata appunto dai pmocassino_2.jpegellerossa i quali crearono il primo prototipo di questa scarpa, fasciando il piede con un unico pezzo di pelle morbida che si alza sui fianchi. Ma dobbiamo attendere gli anni '30 perchè questa particolare calzatura si diffonda grazie ad una famiglia americana( gli Spaulding) ,che avvia la produzione di comode calzature ispirate a quelle per la mungitura dei produttori lattiero-caseari norvegesi. E sempre negli stessi anni l'azienda americana GH Bass lancia i Weejun Loafer. Dove Weejun è l'abbreviazione di "Norwegian" (norvegese), mentre Loafer significa "scansafatiche". A questo industriale si deve l'invenzione della mascherina a forma di labbra che in seguito avrebbe ospitato la tipica monetina da un penny. Si tramanda che questo intaglio stondato sia stato ispirato dalla bocca della moglie di John, Alice Bass, che baciava sempre le sue calzature prima di uscire. Fatto sta, che inizialmente i mocassini Weejun non vengono approvati dai critici di moda che li bollano come "slippers" (ciabatte), sconsigliandone caldamente l'uso. Solo negli anni  fra i '50 e '70 il mocassino conquista una propria "dignità" diffondendosi in tutto il mondo e soprattutto tra ogni categoria sociale, diventando l'emblema di eleganza e fascino, utilizzato dai musicisti più cool del momento e dai finanzieri più potenti.
I Fratelli Rossetti reinterpretano poi  il mocassino, sostituendo la mascherina a bocca con un'applicazione di metallo rivettato e trattando la pelle con un inedito effetto sfumato-anticato. Di lì a poco la contestazione studentesca del '68 rivoluzionerà il mondo. In anticipo sulla svolta epocale, i Rossetti estetizzano lo spirito rivoluzionario, lanciando il mocassino yacht foderato in spugna per essere indossato senza calze e il loafer rielaborato in forma di stivale o sandalo. Arrivano gli anni '80 e gli stilisti emergenti rinnovano il mocassino, reinterpretandolo in fantasiose varianti, spesso progettate e realizzate in collaborazione con Fratelli Rossetti. Passano le stagioni, passano le mode, le tendenze….ma loro sono tornati e sono ancora lì come negli anni '30 , comodi belli e colorati sinonimo di eleganza e fascino

 

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