L’UOMO CHE SALVO’ IL SUO CANE, MA NON SE STESSO

Questa è la storia di Peri e del suo cane Django. E non e’ una storia natalizia: non ha alcun lieto fine. Ma e’ anche una storia lastricata, di straordinaria amicizia e di amore, cancellata,  nel divenire, dalla spietatezza e dall’indifferenza che avvolge il nostro quotidiano.


La storia di Peri e del suo cane, con epilogo  nel 2016, ma che solo di recente e’ diventata pubblica, ve la riportiamo così come l’ha descritta il sito Fidelitynews.

“ Pericle, cittadino greco, si trasferisce  a Londra nel 1989. Autista per 11 anni, perde tutto dopo la fine di una relazione ed è così costretto a vivere nella sua auto. Cinque anni fa gli viene sequestrato anche il veicolo, obbligandolo a vivere per strada e al freddo. In tutto questo tempo però, il suo amico a quattro zampe dal nome Django mai lo abbandona.

La notte del 5 marzo 2016 Peri, alla disperata ricerca di un riparo dal gelo per Django e per se’ stesso, entra in un canile della zona gestito dalla Polizia e chiede di potere restare con il  il cane per proteggerlo e proteggersi  da quel freddo mortale. La poliziotta, ora licenziata, decide di accogliere il cane cacciando però l’uomo. Peri viene ritrovato morto qualche ora dopo, a causa di un’ ipotermia.

In molti si erano affezionati a Peri. Il personale della metropolitana di Cockfosters, si preoccupava di ricaricare mensilmente la sua Oyster card, una carta elettronica che ti consente di viaggiare con i trasporti pubblici. Grazie a questo gesto Peri poteva dirigersi senza problemi verso l’aeroporto di Heathrow, dove rimanere nel Terminal 5 al caldo. Spesso nello stesso Terminal gli veniva offerto anche del cibo. Proprio qui ha conosciuto Jenny, l’hostess a cui affidava spesso il suo amico a quattro zampe, e che ha pianto per tutta l’udienza finale.

Alcuni dipendenti della British Airways, tra cui la stessa hostess Jenny, avevano anche aperto una raccolta fondi per aiutare Peri a ritornare in Grecia e riabbracciare così la famiglia che da molti anni non vedeva. Così come la stessa Jenny racconta al termine dell’udienza, erano state raccolte 6.000 sterline che ora verranno tristemente utilizzate per pagare il funerale al loro amico. La poliziotta che ha cacciato l’uomo durante quella notte glaciale che l’ha ucciso per ipotermia, è stata licenziata “per grave incompetenza” non avendo neanche provato a pensare ad una soluzione alternativa per proteggere Peri”.

Di questa storia sappiamo poco altro, ma quel poco fa male e lascia al tempo stesso una speranza. Peri, quella notte, aveva trovato un tetto sotto cui stare, ma sempre sotto quel tetto non era possibile accogliere animali. E allora Peri scelse: si scelse di non abbandonare il suo Django al freddo, di non lasciarlo morire fuori da solo nel gelo. E raggiunse il canile di zona. Mettendo  in salvo Django per poi morire a causa del freddo poco dopo.

Perché non è vero che tutti gli umani sono uguali, non e’ vero che queste storie sono intrise di insano buonismo come mi diceva un’amica qualche giorno fa, non è vero che l’indifferenza si è completamente impossessata del nostro io e non e’ neppure vero che a Natale siamo tutti più buoni. Però di un qualcosa sono convinto:  c’è un preciso istante in cui ci rendiamo conto di chi siamo veramente: Peri lo ha capito probabilmente in quella notte di marzo del 2016.  E ha conosciuto se’ stessa anche la poliziotta. Il resto sono parole: ognuno ci aggiunga le proprie.  In tutto questa bulimia di percezioni e sentimenti contrastanti resta un fatto: Django, alla fine, e’stato adottato dall’amica hostess di Peri. Non so se sia un epilogo che apra alla speranza. So che fa bene saperlo. Fa bene al cuore o a quello che rimane del nostro cuore.

LucaBasile

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