I BOTTI? PENSATE AGLI ANIMALI

Come ogni anno siamo qui a parlare  di animali e botti. Speravo di poterne fare a meno perché in teoria si dovrebbe stare chiusi in casa (dove mi voglio augurare che i botti non vegano scoppiati) e ci dovrebbero essere meno soldi da buttare, ma evidentemente qualcuno se ne sbatte dei divieti ed i soldi li ha trovati, perché mi stanno arrivando preoccupanti notizie di animali già in allarme.
Quindi evito di implorare il non-utilizzo di botti e petardi, tanto se non ci è riuscito un coronavirus pandemico a evitare i vari scoppi figuriamoci se ci riesco io.
Posso però appellarmi ai proprietari degli animali domestici affinché facciano tutto il possibile per rendere la notte per loro più buia un po’ meno peggio.
Voi proprietari dovreste stare a casa, e non perché ve lo dice Conte. Rimanere con i vostri animali la notte del 31 è un’altra di quelle cose non obbligatorie,  ma fortemente raccomandate che fanno di voi proprietari empatici e virtuosi. Per gli animali sarà la guerra, sarà l’apocalisse, sarà una situazione di rischio estremo dove per cavarne le zampe saranno disposti a fare qualsiasi cosa. Ed è proprio in situazioni di rischio estremo come questo, reale o percepito (per loro non fa differenza) che la parte più antica del cervello, sede dei comportamenti più istintivi ed impetuosi, lavora per conto proprio, chiudendo la comunicazione con la corteccia, la parte del cervello più evoluta che d’altro canto suggerisce le risposte più complesse e funzionali. La multa da oltre 400 euro che rischiate di prendere se ve andate in giro può essere nulla rispetto a ciò che potrete trovare al ritorno. Anche l’incolumità fisica del vostro animale è a rischio. E non dite che al gatto della zia di vostra cognata non è successo nulla perché i dati parlano chiaro purtroppo, e sono relativi ai pets, ma anche alla fauna selvatica che ogni anno paga un tributo altissimo per una goliardia senza senso.
Quindi, messo ben in evidenza che la supervisione diretta ed il supporto affettivo sono doverosi, sarebbe importante fare prima dell’inizio dei rumori una bella passeggiata, possibilmente nel bosco, cercando di stancarsi e di divertirsi moltissimo così da rigenerarsi e predisporsi al riposo con un certo buon umore. Può convenire anticipare il pasto della sera al ritorno dalla passeggiata perché quando l’animale ha paura difficilmente riesce ad alimentarsi.
Ovviamente sono sempre valide le regole di schermare luci e rumori esterni il più possibile con tapparelle abbassate e TV o musica accesa (senza esagerare perché assordare chi ha una percezione acustica ben più potente della nostra non è comunque la soluzione).
Occorre organizzarsi per tempo, magari con l’aiuto di un educatore, proponendo al pet una “zona-bunker”: l’armadio per un gatto, ad esempio, e un tavolo ricoperto da una o più coperte spesse o il kennel per il cane se già lo conosce e lo apprezza, posizionati in una zona della casa poco esposta e gradita.
L’animale, comunque, non deve essere obbligato a fare niente: né a rimanere nascosto, né a farsi coccolare se non lo desidera. Se invece richiede il contatto ed un supporto affettivo gli verrà certamente dato, mantenendo un atteggiamento rilassato e positivo, teso a sdrammatizzare ed alleggerire e non ad enfatizzare la disperazione o la preoccupazione del nostro amico. La paura non si rinforza, state tranquilli perché si tratta di un’emozione e non di un comportamento. Fate quello che fa stare bene il vostro animale.
La paura dei botti può essere conseguenza di uno stato ansioso e una tendenza alla preoccupazione che vanno altre la notte del 31 dicembre. Se il vostro animale è molto pauroso, insicuro e reattivo ai rumori in generale sarebbe opportuno rivolgervi ad una figura come il veterinario esperto in comportamento (esiste una lista che trovate sul sito FNOVI dove a seconda di zona e regione vi propongono vari nominativi, oppure chiedete al vostro vet. di fiducia a chi si appoggia come referenza). Spesso occorre un ausilio terapeutico, in alcuni casi di tipo naturale, in altri di tipo farmacologico. Se non avete avuto modo e tempo di rivolgervi ad un esperto piuttosto che non fare niente o fare da soli chiedete sempre al vostro veterinario. Noi veterinari esperti in comportamento cerchiamo di aiutare i colleghi anche con una telefonata dell’ultimo minuto per quanto ci è possibile. I miei pazienti dovrebbero essere a posto, ed è a loro che dedicherò il solito pensiero di fine anno.

Dr Alessia Gargani comportamentalista

Suggeriti

Informazioni sull' Autore Luca Basile