STORIA DI UNA QUARANTENA MOVIMENTATA

di INDIA GIOVANNA SIMI
capitolo 5: Le ustioni in quarantena

Una cosa che mi capita spesso quando sto ai fornelli più spesso del solito è di farmi male col fuoco.
Mi sono bruciata ben due volte in quest’ultima settimana, ma ho trovato una soluzione inaspettata, che
non si spiega se sia magia o altro, sta di fatto che devo approfondire l’argomento, per capirne i
meccanismi di funzionamento.
Vi racconto prima questa storia drammatica che mi è capitata qualche anno fa.
Era l’estate del 2017, mio figlio e un suo amichetto erano in giardino a fare un bagnetto ristoratore in una
piscina gonfiabile.
Erano da poco passate le 17 e il freddo dentro l’acqua iniziava farsi sentire, considerando che avevo
riempito la piscina direttamente dal pozzo, profondo 30 metri.
Pensai quindi di scaldare dell’acqua e metterla nella piscina per farli divertire ancora un po’.
Mentre versavo l’acqua bollente dentro la piscina, dalla parte opposta in cui erano i bimbi a giocare, mio

figlio si alza, fa un guizzo e si butta sotto all’acqua che stava finendo di uscire dal bollitore.
Panico.
Non c’è bisogno di dire che avevo ripetutamente detto ai bimbi di stare lontano da me e dall’acqua
bollente quando la versavo; non c’è bisogno di dire che ero a quasi due metri da loro…
non so come fece, ma mio figlio in un lampo si tuffò sotto all’acqua che stava sgorgando, appena tolta dal
fuoco.
Immediatamente il piccolo sentì un forte bruciore e dopo qualche minuto, che mi servì per capire la
portata dell’ustione, decisi di precipitarmi al pronto soccorso.
All’ospedale i medici, dopo una visita e somministrazione di antidolorifico, lo bendarono e decisero di
mandarlo in ambulanza all’ospedale pediatrico Meyer, poiché le ustioni superavano il 10% del corpo.
In ogni situazione ci possono essere due tipi di evoluzione: in bene o in peggio.
Mi resi conto velocemente che avevamo intrapreso la seconda strada e che mi servivano risorse extra per
affrontare questa emergenza.
Mio figlio aveva ustioni su tutta la schiena e parte della testa (per fortuna il viso era stato solo coinvolto
marginalmente) e io ero molto in ansia; mi sentivo anche in colpa: ero stata la causa dell’incidente più
grave che avesse mai subìto.
All’ospedale Meyer i medici furono molto efficienti e gentili.
Mio figlio e noi genitori fummo costretti ad un mese di medicazioni e visite periodiche, dolori e pianti,
disagi e rinunce di vario tipo.
Dormire, lavarsi, vestirsi e giocare per mio figlio fu un po’ difficile per settimane.
Poi come per magia, quando arrivammo alla fine del trattamento, ci rendemmo conto che tutte le ferite
riportate da mio figlio erano magicamente sparite.
Una cosa su tutte avevamo usato con abbondanza, seguendo le indicazioni dei medici di Firenze, che ci
dicevano di usare quotidianamente e ripetutamente: l’Amuchina.
Impacchi di Amuchina diluita in acqua oppure AmuchinaMed senza diluizione: mantenere bagnate le
ferite notte e giorno con questo liquido.
Alla fine di un paio di mesi di medicazioni, la pelle della schiena di mio figlio era perfettamente integra.
Passati i mesi invernali, il colore della pelle del dorso si era completamente normalizzato.
Ricordandomi questo episodio, nelle volte in cui in questi giorni mi sono bruciata mentre cucinavo, ho
versato un po’ di AmuchinaMed in un bicchiere e sono stata con le dita ustionate dentro al liquido per un
paio d’ore.
E’ molto interessante notare che appena toglievo le dita dal bicchiere iniziavo a sentire pizzicare la mano.
Quando le rimettevo dentro al liquido, tutto si placava magicamente.
Il risultato è stato sovrapponibile a quello di mio figlio con le ustioni sulla schiena; il giorno dopo non ho
percepito dolori alla mano, non ci sono state bolle e rossore, nemmeno alcun tipo di sensazione fastidiosa,
niente.
Quindi, se vi avanza un po’ di Amuchina in casa in questo periodo (e penso di si), se per caso vi bruciate,
non ricorrete alla Foille, al gel di Aloe, all’acqua tiepida, alla pomata omeopatica o cortisonica o
antinfiammatoria.
NO.
Semplicemente mettete la parte bruciata in ammollo dentro l’Amuchina e acqua e tutto passerà come se
non non fosse mai successo.
Provare per credere.

Niente di che, non devo andare all’ospedale.
…continua…

capitolo 6: riflessioni

Mai come in questo periodo è importante non farsi male; ecco che un po’ di disattenzione può creare
incidenti che, seppur innocui, possono avere una risoluzione controversa.
Immediatamente la riflessione che faccio è che in una fase in cui la sanità è allo sbando e siamo costretti a
stare in casa, seppur con ragionevoli dubbi sull’efficacia di questa attitudine marziale/militare, siamo tutti
un po’ più introversi, nel senso che tendiamo di più a guardarci dentro.
Per forza, non possiamo andare fuori!
C’è chi riflette sulla propria vita, come se facesse una considerazione generale delle azioni fatte e di
quelle mancate; c’è chi affronta la quotidianità con consapevolezza di quello che si può tuttora permettere
e di quelle cose a cui deve prestare più attenzione di un tempo; c’è chi analizza la propria relazione con il
partner, con il figlio, con la madre e giungerà sicuramente a nuove conclusioni; c’è chi affronta la paura
della morte o della malattia; c’è anche chi ha paura della paura e va in allarme per ogni cosa: di questa
categoria fanno parte quelli che ci hanno fatto sorridere, innervosire, vergognare durante questo mese
surreale.
Ognuno di noi è chiamato a riflettere su di sé e sul proprio sentito.
Mi viene in mente quella frase che dice:
“Quando non puoi andare fuori, allora devi andare dentro”.
Indubbiamente questo isolamento forzato ci costringe ad andare dentro.
A volte ci andiamo senza nemmeno fermarci, a volte lo facciamo in modo incerto, oppure ad intervalli.
A volte non sappiamo nemmeno cosa stiamo facendo, altre vorremmo non saperlo.
Personalmente sto occupando le mie giornate in modo sistematico e ordinato.
Faccio un planning giornaliero, di cui ho parlato nel mio blog (www.indiasimi.it) con un articolo
dedicato, e lo rispetto come se fosse Legge.
Sport, lettura, scrittura, gioco, cinema, cucina, meditazione, musica, ginnastica, massaggi e
trattamenti…insomma tutto il mio mondo, in versione domestica.
Vi auguro prudenza, coraggio e una dose massiccia di risate e amore.

Fine.

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