PIETRASANTA PIANGE LO SCRITTORE LUIS SEPULVEDA. IL RICORDO DI MARTA DI QUELLA SERA A TEATRO

La scomparsa di Luis Sepulveda, vittima,a 70 anni,  del Coronavirus, lascia in scia commozione e dolore anche a Pietrasanta. Il grande scrittore cileno era infatti stato insignito della cittadinanza poetica, prima e onoraria, poi, da parte della comunità della Piccola Atene. Un rapporto straordinario quello fra Sepulveda e Pietrasanta caratterizzato anche da un incontro, a teatro, nel 1998, fra lo stesso scrittore e gli alunni della scuola Ricci del Pollino che rappresentarono su palco il libro ” Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”.

Di seguito il ricordo di Marta Giovannetti che, in quella sera di giugno del 1998, recitava nel ruolo della gabbianella e che, a fine recita, fu abbracciata e sollevata in aria da Sepulveda per un momento di grande commozione e partecipazione.

Quando ero in seconda elementare il corpo docente della mia scuola decise di impegnarsi nella realizzazione di una rappresentazione teatrale basata sul libro “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, di Luis Sepúlveda.
Io venni scelta per interpretare la gabbianella e mi feci preparare dalla sarta un bellissimo vestitino bianco dotato di ali; sulla testa, una fascetta piena di piume che mi rendeva tanto fiera.
Io e i miei compagni abbiamo provato le varie scene per l’intero anno scolastico e alla fine giunse quella sera di giugno. L’autore era stato invitato e, contro ogni possibile previsione, si presentò, insieme alla sua interprete. Li vedevo, seduti accanto, semplici nella loro eleganza, come se non fossero poi così diversi dalle centinaia di coppie di genitori distribuiti sulle altre poltroncine.
Alla fine della recita, scesi dal palco su indicazione di una delle maestre, andai da Luis e lo presi per mano, trascinandolo così che potesse ricevere l’applauso che anche lui, la mente e l’anima dietro a un così bel libro, sicuramente meritava. All’improvviso mi prese in braccio, mi sollevò in alto e mi disse, forte e chiaro:
“Vola!”
Io rimasi interdetta per un solo secondo, poi feci come richiesto: mi misi a sbattere le braccia, e lui sorrise, così genuinamente felice.

Grazie per aver donato al mondo la tua anima, trasformandola in parole così che tutti noi potessimo goderne. Oggi è un giorno triste, in cui questo cielo splendente, azzurro e pieno di sole ti accoglie. E così col mio pensiero, non potendo fare altrimenti, lo guardo e dico ciò che tu hai detto a me:
“Vola!”
Vola, Luis.

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Informazioni sull' Autore Luca Basile

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