Ventennale dell’alluvione: il ricordo di Cardoso

Alle 13,32 le campane della Chiesa di Cardoso hanno ricordato simbolicamente il momento in cui la furia delle acque ha devastato il Paese simbolo della alluvione del 19 giugno 1996, con le sue vittime e con la totale distruzione delle case. Si salvò miracolosamente la Chiesa che nei mesi successivi divenne l’unico luogo in cui riunirsi per pensare la rinascita del Paese e dell’intero territorio, della messa in sicurezza del bacino idraulico dal mare fino alle sorgenti. Per ricordare le vittime erano presenti i superstiti di quella tragedia, i familiari delle vittime, il Sindaco Maurizio Verona, il Vice Sindaco Egidio Pelagatti, il presidente del Consiglio Comunale Alessio Tovani, altri rappresentanti del Consiglio Comunale, rappresentanti delle forze dell’ordine, i vigili del fuoco, un pezzo del mondo del volontariato, rappresentato da Alex Moni di Anpas Toscana, divenuto cittadino onorario del Comune di Stazzema per il suo impegno di oltre sei mesi nei pressi della sede municipale da dove coordinò le migliaia di volontari che si alternarono in Alta Versilia per aiutare la ricostruzione. Particolarmente significativa è stata la presenza, di  un rappresentante del Comune di Firenze, il consigliere Fabrizio Ricci, per creare un gemellaggio ideale con il capoluogo toscano che nel 2016 ricorda il 50° anniversario della alluvione che sconvolse Firenze e i dintorni.

“Anche quest’anno impegno per la sicurezza e ricordo si uniscono”, commentano il Sindaco Maurizio Verona ed il Vice Sindaco Egidio Pelagatti,  “il pensiero va alle vittime di venti anni fa’, va alle migliaia di persone che dovremmo ringraziare per aver favorito la ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio. 20 anni fa la politica funzionò a dovere per persone lungimiranti come il sottosegretario di allora, Franco Barberi o il presidente della Regione Toscana, Vannino Chiti che fu nominato Commissario per l’alluvione, che trasferirono sul territorio l’asse decisionale, ascoltando i cittadini e la comunità scientifica e poi fecero scelte giuste, sapendo dire anche dei no, non solo ricostruendo, ma ricostruendo laddove era possibile farlo in maggiore sicurezza, realizzando quelle opere che potessero sopportare una eguale portata d’acqua. Oggi è necessario realizzare altre opere che vadano verso quella prevenzione che non riusciamo mai a mettere in atto nel nostro Paese e che consentirebbe di prevenire queste disgrazie. Faremo sentire la nostra voce per far sì che si possa realizzare un progetto di messa in sicurezza dei versanti che oggi sono minacciati da quei boschi che sono stati per secoli una risorsa per  questi paesi e che oggi invece, costituiscono una minaccia. Oggi ricordiamo, da domani proseguiremo il nostro impegno perché i nostri cittadini vivano in sicurezza il nostro territorio” .

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