IL COMPORTAMENTO SESSUALE E LA RELAZIONE AFFETTIVA

di Susanna Benassi Il mondo affettivo e quello sessuale sono parte integrante dell’equilibrio e del benessere psicofisico di ogni persona. Sia l’affettività che la sessualità coinvolgono il rapporto con se stessi e con il prossimo ed influenzano in modo importante anche tutti gli altri ambiti psicologici della vita di ognuno.

 

 Intervista alla Dott.ssa Linda Pannocchia, Psicologa, Psicoterapeuta e Sessuologa clinica
Quali sono le caratteristiche di un "normale" comportamento sessuale?
Dare una definizione di normalità per quanto riguarda la sfera sessuale è difficile in quanto il comportamento sessuale è vario, determinato da una complessa interazione di fattori e influenzato dalle relazioni con gli altri, dalle circostanze di vita e dalla cultura in cui si vive. Nel corso dei secoli le diverse società hanno sviluppato codici di comportamento sessuale complessi e spesso contraddittori nel tentativo di stabilire cosa sia “normale” e cosa non lo sia, generando tuttavia solo una serie di contraddizioni e paradossi.
 Che tipo di paradossi? Può spiegarci meglio?
Ad esempio la masturbazione, l'attività sessuale al di fuori del matrimonio e altre forme di stimolazione sessuale che non coinvolgono gli organi sessuali primari in certi contesti sociali sono considerate “anormali” e non accettate mentre in altri sono molto diffuse e non giudicate con un’accezione negativa. Lo scorso secolo anche medici e psicologi si sono cimentati nel difficile compito di stabilire e classificare normalità e devianza del comportamento sessuale, fallendo purtroppo miseramente. L’ipotesi più diffusa ad oggi è che qualsiasi atto sessuale compiuto tra persone adulte, consenzienti e consapevoli è da ritenersi legittimo.
Quando allora, certi comportamenti sessuali possono essere considerati "fuori norma"?
Se è difficile stabilire cosa sia “normale” in campo sessuale è più semplice definire cosa la sessualità non deve essere, ovvero cosa sia la sessualità abnorme. È da considerare abnorme ogni comportamento sessuale che ha un effetto distruttivo sulla persona o sugli altri, che esclude totalmente la stimolazione degli organi sessuali primari, che non può mai essere diretto verso un partner, che è compulsivo o che è inappropriatamente associato a senso di colpa e ansia.
Quali sono i fattori che stanno alla base del comportamento sessuale?
Il comportamento sessuale di un individuo non è esclusivamente legato alla ricerca del piacere ma può essere messo in atto anche con la finalità di regolare stati emotivi e soddisfare bisogni non primariamente sessuali, ad esempio di intimità o sicurezza, che la persona non riesce a gestire diversamente.
Per esempio?
Alcuni studiosi ritengono che il comportamento sessuale venga messo in pratica per soddisfare sostanzialmente tre condizioni: raggiungere uno stato di soddisfazione fisica, una sensazione di intimità e una sensazione di sicurezza. La prima condizione può essere soddisfatta anche con rapporti sessuali occasionali, con persone sconosciute, con il sesso a pagamento e con la masturbazione. L’intimità implica invece la scelta di un partner con il quale si riesce a trovare un accordo emotivo costante e che sia in grado di seguire la nostra crescita ed evoluzione. Per soddisfare il bisogno di sicurezza bisogna trovare una persona che condivida i nostri obiettivi, agisca in solidarietà con noi e sia in grado di fornirci un reciproco sostegno.
Uomini e donne hanno le medesime motivazioni, o ci sono delle differenze o priorità diverse?
In genere le donne, sin dall’adolescenza, tendono a ricercare rapporti sessuali in cui la seconda condizione, ovvero l’intimità, sia maggiormente soddisfatta. I maschi invece, soprattutto nell’adolescenza, tendono al soddisfacimento della prima condizione, ovvero il raggiungimento di uno stato di soddisfazione fisica. Entrambi i sessi invece, maturando nel corso degli anni, cercano un soddisfacimento del bisogno di sicurezza, anche se le donne continuano tuttavia a dare molta importanza all’intimità.
Quindi, per capire meglio…in un rapporto, diciamo così,standard, il primo "bisogno" maschile e femminile e' differenziato nelle modalità che ci ha descritto, ma con l'avanzare dell'età queste due strade parallele si congiungono nella motivazione della "sicurezza"?
Proprio così. Maturando sia negli uomini che nelle donne cresce il bisogno di sicurezza, ovvero il desiderio di trovare una persona che condivida i nostri stessi obiettivi e sia in grado di capirci e sostenerci. O quanto meno questa era la norma. Purtroppo la spinta dei mass media verso l'eterna giovinezza porta alcuni uomini e donne a comportarsi da "ragazzini" e così osserviamo persone di 50 anni o più avere atteggiamenti da teenager, anche in campo sessuale-sentimentale.
Come si forma la sessualità nell'individuo?
Ognuno di noi sviluppa una sessualità diversa a seconda delle esperienze e degli insegnamenti che ha ricevuto nel corso della propria vita, soprattutto nei primi anni. Ogni persona durante l’infanzia sviluppa la capacità di regolare le proprie emozioni e di soddisfare i bisogni di base; questo processo di apprendimento si chiama “attaccamento”.
Da cosa e' determinato l'attaccamento?
Sono stati individuati 4 stili di attaccamento: sicuro, ansioso/ambivalente, evitante, disorganizzato/disorientato. Ad ogni stile di attaccamento corrispondono differenti profili emotivi e cognitivi, diversi modi di vedere se stessi e gli altri e modi differenti di vivere le relazioni interpersonali ed anche sessuali.
Ci può descrivere i vari stili di attaccamento?
L’attaccamento sicuro è uno stile sviluppato in bambini cresciuti da caregiver (cioè le persone che se ne sono prese cura) responsivi che hanno saputo soddisfare le loro richieste e i loro bisogni. L’adulto con questo stile di attaccamento ha tendenzialmente fiducia nei confronti delle figure con cui viene in contatto, non è preoccupato di essere abbandonato e presenta una visione di sé "come una persona degna di valore".
 
L’attaccamento ansioso/ambivalente è caratterizzato da uno sviluppo avvenuto con figure di riferimento che sono state incapaci di comprendere i segnali del bambino e sono state per lui imprevedibili. In risposta alla mancanza di una figura sicura e degna di fiducia, il bambino ha rinunciato a qualsiasi movimento esplorativo autonomo tentando di mantenere una vicinanza strettissima con chi si prende cura di lui. L’adulto che non ha potuto sperimentare una buona dipendenza dalle figure di attaccamento è dipendente dal mondo esterno perché teso alla ricerca incessante di conferma di ciò che sente; è come se si dicesse ”devo farmi accettare dal mondo esterno”.
 
L’attaccamento "evitante" si sviluppa invece in coloro che hanno interagito con un caregiver distaccato e distanziante che non ha risposto alle richieste del bambino, che si è rifiutato di aiutarlo e che si é arrabbiato quando il figlio ha cercato di avvicinarsi. Il bambino che vive questa condizione, per la paura e il timore della delusione, tende a reprimere i propri bisogni e le emozioni, a non chiedere e a non farsi vedere bisognoso. Le persone con questo tipo di attaccamento si comportano come se gli altri non esistessero ed è come se si dicessero “devo essere autosufficiente, l’ambiente è inaccessibile”.
 
L’attaccamento disorganizzato-disorientato, si realizza quando la figura di attaccamento è sperimentata come minacciosa. Il caregiver è spaventato/spaventante e manda costantemente segnali di pericolo al bambino che non trovando nell’ambiente alcun motivo che lo confermi vive la persona che si prende cura di lui come una fonte di minaccia. Gli adulti con questo attaccamento sono ostili, l’altro è da ignorare o sopraffare. È come se la persona si ripetesse “il mondo è minaccioso”.
Dallo stile di attaccamento dipende quindi il modo di rapportarsi con l'altro?
A seconda dello stile di attaccamento che abbiamo sviluppato metteremo in atto il comportamento sessuale con modi e finalità differenti.
In che modo?
Prima di tutto la scelta del partner è molto influenzata dal sistema di attaccamento/accudimento. Un individuo “sicuro” cercherà un partner che sia in grado di rispondere in modo adeguato ai suoi bisogni emotivi e stabilirà un legame che sia basato sullo scambio reciproco e la disponibilità a dare e ricevere cure, insieme alla capacità di negoziare e di essere autonomi.
L'insicuro invece che tipo di partner sceglierà?
Le persone “insicure” si scelgono invece sulla base delle loro insicurezze. Due persone con attaccamento evitante, per esempio, tenderanno a mantenere tra di loro la distanza ottimale per evitare un coinvolgimento emotivo, ricalcando le loro rispettive esperienze di accudimento avute da piccoli, una coppia ambivalente cercherà continuamente un contatto e il soddisfacimento dei propri bisogni di invischiamento, mentre le persone disorganizzate metteranno in atto nella relazione di coppia meccanismi difensivi al limite tra l’illusione e dati di realtà, rispetto ad un loro comportamento inadeguato, con stili affettivi contraddittori e distruttivi.
Quali sono i problemi psicologici legati alla sfera affettiva (e sessuale) che più diffusamente inducono a rivolgersi allo psicologo?
Ci si rivolge ad uno psicologo in genere quando si hanno problemi della sfera sessuale oppure se si è sviluppata una dipendenza affettiva.
I disturbi sessuali, a volte chiamati anche disfunzioni psicosessuali, sono caratterizzati da dinamiche psicologiche di tipo personale e/o interpersonale che interferiscono negativamente su uno o più aspetti della sfera sessuale di un individuo.
Come si manifestano queste problematiche?
Tali disturbi si manifestano in una delle quattro fasi che costituiscono il ciclo della risposta sessuale: la fase del desiderio, la fase dell’eccitazione, la fase dell’orgasmo e la fase della risoluzione. Si hanno così i Disturbi del Desiderio Sessuale (disturbo sessuale ipoattivo, ovvero calo del desiderio sessuale, e disturbo da avversione sessuale, ovvero mancanza pressoché totale del desiderio sessuale), i Disturbi dell’Eccitazione Sessuale, che possono essere femminili e maschili (in quest’ultimo caso si parla di disturbi dell’erezione o impotenza), i Disturbi da Dolore Sessuale (vaginismo e dispareunia) e i Disturbi dell’Orgasmo (eiaculazione precoce oppure ritardata/problematica, anorgasmia e frigidità).
Ci sono altri tipi di disturbi che possono manifestarsi?
Esistono inoltre i Disturbi dell'Identità di Genere (intensa e persistente identificazione col sesso opposto associata a disagio psichico riguardante la propria assegnazione sessuale), la Ninfomania e il Satirismo, ovvero una forte accentuazione quantitativa della sessualità che spinge la persona alla continua ricerca di rapporti sessuali, le Parafilie, chiamate solitamente perversioni o deviazioni sessuali, cioè disturbi in cui la sessualità è caratterizzata da impulsi o comportamenti sessuali che implicano attività, oggetti o situazioni inusuali (ad esempio il Feticismo, il Voyeurismo, l’Esibizionismo, la Pedofilia, il Masochismo, il Sadismo, la Coprofilia, la Gerontofilia etc.).
La richiesta di aiuto e' diffusa? Questo tipo di fenomeni e' in aumento?
La richiesta di terapia per i disturbi della sfera sessuale è in forte aumento per vari motivi. In primo luogo il sesso femminile ha profondamente modificato il suo rapporto con la sessualità negli ultimi decenni e ad oggi la maggior parte delle donne desidera un rapporto con il partner che sia soddisfacente anche da questo punto di vista…sono molte le donne che si rivolgono ad un sessuologo per esprimere una difficoltà intima della coppia.
Il continuo martellamento dei media che induce ad un rifiuto di accettazione dell'età che avanza, ha in qualche modo influito sull''aumento di questi disturbi?
Sicuramente un altro motivo che spinge a rivolgersi ad un professionista è l'idea che in questo mondo in cui tutti dobbiamo essere “giovani, belli e prestanti” nessun uomo accetta più di avere problemi nella sfera sessuale (soprattutto di erezione). All’inizio spesso ricorrono all’uso del viagra o di farmaci simili ma a lungo andare questa soluzione può diventare una spesa insostenibile e decidono di affrontare la questione alla radice.
Ansia e stress giocano un ruolo importante?
Svolgiamo lavori sempre più mentali e meno fisici dove la pressione e lo stress sono alle stelle e…l’ansia è il peggior nemico della sessualità! Ci si rivolge dunque ad un esperto per poter ritrovare serenità nel campo sessuale.  
Riguardo alla sfera affettiva, quali sono i disturbi più frequenti  che spingono ad una richiesta di aiuto?
Per quanto riguarda la sfera affettiva sono numerose le problematiche che spingono sia uomini che donne a rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Tra queste una tra le più comuni e “devastanti” è la dipendenza affettiva.
Cos'è la dipendenza affettiva?
Nessun essere umano vive in una condizione di totale indipendenza ma si è sempre almeno parzialmente dipendenti dalle nostre relazioni più importanti, dalle nostre convinzioni e dalle nostre passioni. Tra tutte le dipendenze che sperimentiamo nel corso della vita esistono quelle sane e quelle definite patologiche.
Quali sono le dipendenze patologiche?
Le dipendenze patologiche sembrano essere correlate con la primissima dipendenza che si ha, ovvero quella dalla figura materna. Le prime esperienze che si hanno,segnano dunque la nostra vita anche per quanto riguarda i rapporti di dipendenza. Le droghe, l'alcool, il computer o una relazione d'amore estremamente idealizzata sembrano tutti rappresentare sostituti di esperienze mancate o di strutture psicologiche assenti, che mirano a ristabilire un coerente senso del Sè, un senso di armonia e di pienezza interiore che ci è mancato da piccoli.
Può spiegarci meglio come si concretizza una dipendenza affettiva?
La Dipendenza Affettiva si differenzia dalle altre dipendenze patologiche (chiamate anche addictions) perchè in questo disturbo l'ossessività, l'impulsività e la compulsività non sono correlate ad un oggetto (ad esempio l’alcool, la droga o un farmaco) o ad un comportamento (ad esempio il gioco d'azzardo o Internet), ma sono strettamente legate ad un’altra persona.
Nelle dipendenze patologiche la relazione sentimentale viene idealizzata, il partner diviene l'unica motivazione di vita, l’ancora di salvezza e l’amore viene sostituito da una dinamica di potere molto forte in cui ci si scambia i ruoli di Vittima, Carnefice e Salvatore.
Che tipo di partner scelgono i dipendenti affettivi?
Spesso le persone che soffrono di Dipendenza Affettiva scelgono dei partners a loro volta problematici (con dipendenza da sostanze, dal gioco, dall'alcool etc.) con la motivazione di “salvare l'altro dai suoi problemi”; ciò che in realtà si sta facendo è non occuparsi dei propri bisogni affettivi.
In una situazione come questa si diviene dipendente dal comportamento dell'altro e contemporaneamente si cerca di controllarlo e la relazione diviene una gabbia, sempre insoddisfacente e spesso autodistruttiva.
Che disagi prova chi vive un rapporto di questo genere?
Vivere una dipendenza affettiva fa sperimentare varie paure (di cambiare, di perdere la persona amata, di essere abbandonati, della separazione, del distacco, della solitudine, di essere se stessi), gelosia, possessività, rancore, rabbia, senso di colpa, disistima di sè e senso d'inferiorità nei confronti del partner e ossessività rispetto alla relazione con relativo restringimento della vita sociale: è per questi motivi che alla fine ci si rivolge ad un professionista.
Parliamo del tradimento…moralmente condannato, ma molto praticato, e' un, male, un bene, o un naturale e fisiologico comportamento proprio dell'essere umano?
L'argomento "tradimento" è molto complesso in quanto si va ad insinuare tra la biologia e l'etica. Da un punto di vista strettamente biologico l'essere umano non è progettato per la monogamia a lungo termine. Obiettivo degli individui di sesso maschile è quello di fecondare più donne possibile in modo da assicurarsi, non avendo la certezza della paternità, che almeno parte della prole sia loro. Per il sesso femminile la questione è diversa poiché quando una donna viene fecondata si trova di fronte all'impegno gravoso di accudire i figli. Si pensa che il meccanismo dell'innamoramento serva proprio a questo e abbia una durata variabile dai 18 ai 30 mesi, tempo necessario a mettere al mondo un bambino e consentire alla madre di avere accanto una figura maschile nei mesi più difficili.
Cosa accade in questi 18/30 mesi?
 Gli studi neurofisiologici hanno confermato che in questo periodo il cervello produce un cocktail di sostanze chimiche responsabile del fenomeno dell’innamoramento a cui con il passare dei mesi ci si assuefà. Seguendo la biologia ,al termine di questa fase ognuno potrà avere nuovi accoppiamenti e nuova prole da partner diversi.

Se il tradire e' un'azione innata nell'essere umano, da cosa origina la sua condanna?
Dal punto di vista etico  il tradimento viene condannato per vari motivi. Il significato originario della parola tradimento viene dal latino tradere, ovvero consegnare, inteso nel significato di consegnare ai nemici. Ed infatti, il tradimento consegna la parte del noi che l'altro ha investito nella relazione, ad un altra persona facendoci inoltre prendere coscienza dell'individualità di ognuno e della precarietà di ogni relazione umana, indipendentemente dalla durata e dalla profondità del legame instaurato. Quando due persone decidono di stare insieme è come se facessero un patto in cui, in cambio di fedeltà, si offrono numerosi vantaggi (sicurezza, accudimento, affetto, etc.). Tradire significa rompere quel patto, ovvero cercare di mantenere i vantaggi dello stare in coppia senza rinunciare al piacere di una sessualità promiscua. Per tale motivo viene condannato.
Tradiscono di più gli uomini o le donne? In Versilia, secondo la sua esperienza, chi tra i due sessi detiene il primato?
Direi che tradiscono entrambi i sessi anche se, per la mia esperienza, il primato è ancora detenuto dal sesso maschile. Soprattutto esistono delle differenze nel modo in cui uomini e donne tradiscono. Gli uomini infatti, per riallacciarsi a quello che abbiamo detto prima, tradiscono principalmente per soddisfare un piacere fisico o per cercare quella carica erotica che si è affievolita nel rapporto. Per loro è più semplice tenere distinti amore (moglie) e desiderio sessuale (amante) e per tale motivo hanno la tendenza ad avere relazioni parallele: non desiderano lasciare la moglie o la compagna, non lascerebbero casa e provvedono ai bisogni della propria famiglia però non vogliono rinunciare ai piaceri dell’evasione.
Le donne invece, perché tradiscono?
Le donne solitamente ricercano la soddisfazione di un bisogno d'intimità e quando tradiscono spesso lo fanno perché sono innamorate. A differenza degli uomini hanno difficoltà a portare avanti storie parallele e in genere quando trovano una persona che le fa stare bene tradiscono per un breve periodo per poi lasciare il partner.
Concludendo, quali sono gli elementi che possono identificare un rapporto…"nella media", per cui le persone che ci leggono, possono ritenersi mediamente "tranquille"?
Anche in questo caso non esiste una risposta univoca o la definizione del rapporto di coppia "sano". Direi che se si vive una relazione in cui c'è rispetto reciproco, che ci fornisce serenità e soddisfa i bisogni di sicurezza e in cui la sfera sessuale è soddisfacente non c'è da preoccuparsi!

 

Note Biografiche

Dott.ssa Linda Pannocchia:
-Laurea in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni con lode conseguita presso l’Università degli Studi diFirenze
 -Specializzazione in Psicoterapia Comparata – Diploma quadriennale di specializzazione in Psicoterapia Comparata conseguito presso la scuola di formazioneScuola di Psicoterapia Comparata (SPC) di Firenze
-Master in Sessuologia Clinica – Master Universitario di II Livello in Sessuologia Clinica presso l’Università degli Studi di Pisa
-CTU-CTP – Corso di consulenza tecnica unica e di parte in materia di separazione e divorzio
-Core Curriculum in Psycho-Oncology (Communicationand Interpersonal Skills in Cancer Care) a cura dellaInternational Psycho-Oncology Society e dellaEuropean School of Oncology – nel 2007 ha frequentato il reparto di oncologia U.O.C. di Psicologiadell’Ospedale Versilia
-Dal 2007 al 2009 è stata Cultrice della materia Test Psicologici presso l’Università degli studi di Firenze
-Dal 2006 al 2009 si è occupata di gruppi esperenzialiGestalt effettuati presso la Scuola di Psicoterapia Comparata – SPC di Firenze
-Nel 2007 e nel 2008 è stata docente, presso l’Università degli Studi di Firenze del corso integrativo “Analisi Fattoriale Esplorativa: le principali decisioni metodologiche”
-Dal 2008 è Vice-presidente dell’Associazione Pellicano Viareggio O.N.L.U.S – associazione non lucrativa di utilità sociale
-Dal 2010 è Segretario-Tesoriere della Società Scientifica “Associazione Italiana di Terapia del Comportamento”
-Dal 2009 al 2011 ha svolto attività di traduzionedall’inglese di testi scientifici di psicopatologia per la casa editrice Giunti OS, Firenze
-Dal 2005 ha avuto diverse esperienze lavorative in comunità terapeutiche nell’area delle tossicodipendenze (Comunità il Pino Rosa), dell’assistenza ai minori (Comunità La Casa dei Piccoli), della salute mentale adulti (Comunità La Rocca) e dei disturbi dell’alimentazione (ComunitàVillamare)
-Dal 2009 svolge attività di consulenza psicologica e formazione presso diverse aziende sul territorio nazionale nell’ambito dell’assessment stress lavoro-correlato
-È autrice del libro L’analisi Fattoriale Esplorativa in psicologia: Una guida pratica per la ricerca (Edizioni O.S.-Giunti, Firenze), della versione Italiana del questionario Eating Disorder Inventory-3 (Edizioni O.S.- Giunti, Firenze – Giannini, Pannocchia, Dalle Grave, e Muratori), e di numerosi articoli pubblicati su riviste nazionali ed internazionali

-Attualmente lavora come libero-professionista in Versilia e come psicoterapeuta presso la comunità terapeutico-riabilitativa per disturbi dell’alimentazione Villamare.

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