GLI ODIATORI SERIALI

In questi giorni così complicati  dove la giostra del ‘ male-pensare’ è sempre più affollata e dove ancora l’assembramento mentale anestetizza emozioni e sentimenti e a prevalere è la rabbia, riproponiamo un articolo sugli ‘odiatori seriali’, pubblicato qualche settimana fa.

 

di LUCA BASILE

Siamo ‘odiatori seriali’.

Anche in quarantena.  E dunque chi è a casa odia chi esce di casa. Ovviamente chi esce di casa, magari per andare a lavoro, odia quelli che invece possono restare a casa. Chi lavora al supermercato ce l’ha con quel popolo di clienti – variegato e in crescita costante – che ogni giorno nell’era della pandemia 2019 e dintorni, va a fare la spesa per prendere 80 grammi di pane, 80 grammi di bresaola e mezzo litro di acqua.  Ma il popolo dei clienti in perenne libera uscita,  che non saluta, non parla, bofonchia e se per caso sfiori il carrello ti augura il peggior virus del pianeta, incluso quello attuale, odia stare in fila, odia chi gli sta davanti e dietro, odia le cassiere lente, odia dare buongiorno. Poi ci sono quelli che si appostano alla finestra per tracimare di odio contro chi passeggia a piedi, con il cane al guinzaglio, con il gatto sulle spalle, con l’orsacchiotto che deve prendere l’ora d’aria, con chi solo si azzarda a fare una corsetta di 50 metri, dall’uscio di casa al primo bidone e ritorno.  ” Sposti l’aria, porti il virus. Chiamo la Polizia.” è il grido, edulcorato, del nostro tutor quotidiano.  E quello che ha fatto la corsetta, odia il tutor alla finestra a tal punto da spostargli il bidoncino dei rifiuti a 5 metri di distanza, a dare qualche calcetto alla sua auto, ad esalare rigurgito salivare in modo plateale quando si sente osservato. Nel frattempo tutti filmano tutti con il telefonino: chi sta alla finestra quello che passeggia, quello che passeggia quello che sta alla finestra, ma anche l’altro che passeggia non rispettando 1 metro  di distanza.  E intanto  un altro popolo, quello dei  balconi, canta, balla, suona e grida ” andrà tutto bene, siamo italiani. Vai con l’inno”. Ma in realtà non sta andando  tutto bene, però dicono che l’ottimismo sia una panacea per le difese immunitarie. E allora gridiamolo felici: andrà tutto bene.  Anche se quelli del balcone  sono mal sopportati – odiati, scusate, odiati – da quelli che di canti, di balli e di provetti Bob Sinclair  gaudenti sotto il cielo, farebbero volentieri a meno. E quindi li filmano, socializzano, commentano. Ma anche quelli che danzano sui balconi si filmano, si fotografano. E poi postano. E poi socializzano. E tutti vedono tutti. Bellissimo. Ma andrà tutto bene.

Intanto ci sono quelli che tirano fuori le foto vecchie e vai con la catena di tutte le foto. Poi quelli che palleggiano con il pallone e vai con la catena dei giocatori di pallone. Ma ci sono quelli che odiano chi fa le catene. E chi fa le catene odia chi non fa le catene. Perché le interrompe. ” Asociale, anche in quarantena” ti urlano.  Funziona così.

Poi  arriva il momento che devi uscire di casa: ” ma dove vai, sei scemo?” ti urla disperata la curva del condominio e tu, con lo sguardo di quello che sa di andare in guerra con una cerbottana fra le mani mentre di là ti aspettano mercenari in tuta mimetica con armi batteriologiche da spruzzare al tuo passaggio,  porti dietro con te cinque autocertificazioni diverse perchè mentre metti in moto l’auto il Governo ha di nuovo cambiato le disposizioni. Allora te ne compili 3 una diversa dall’altra, con la speranza che almeno una sia quella giusta. Hai la mascherina, hai i guanti, hai gli occhiali,  hai i guanti di riserva, hai la sciarpa, hai il cappello, hai il disinfettante gel. Hai anche l’amuchina di riserva fai da te che emana etanolo e ti sembra di svenire. Però non  svieni  perchè se svieni sei considerato malato.  E se in quel caso, in quanto potenziale  malato,  sei un appestato, devi essere denunciato.  Messo in prigione. Decapitato. “Ma io non sto male, ho solo respirato etanolo” sussurri a tua discolpa. Niente, prima ti tagliano la testa e lo fanno ovviamente odiandoti e poi se ne parla.

Insomma  Hai tutto con te , ma non hai niente. Sei esposto. E mentre fai la fila alle Poste sei odiato da chi non ha la mascherina. E te che hai la mascherina ce l’hai con chi non ce l’ha perchè potrebbe essere un pericolo. Anzi lo è. Allora urli contro il Governo, contro la Cina, contro l’Europa, contro i politici che hanno tagliato le spese per la sanità – ma tanto tu continuavi a votarli perché non te ne eri accorto – contro i fascisti e contro i comunisti, contro i calciatori che non vogliono ridursi lo stipendio, contro l’ufficio postale che sta per chiudere e a te tocca tornare a casa, dopo un’inutile uscita rischiosa nel cuore malato del mondo.  Ma intanto i comunisti continuano ad odiare i fascisti e i fascisti odiano  i comunisti, gli juventini odiano gli interisti e gli interisti odiano gli juventini. Perché noi odiavamo ancor prima di stare in quarantena. E’ solo che adesso ci esalta farlo sapere, ci riesce meglio esternare, filmare, fotografare, mettere sui social, cantare, ballare, passeggiare con il gatto sulle spalle. Noi ce l’abbiamo anche con i morti, perché alla fine, ci fa paura leggere quel numero ogni giorno che aumenta aumenta.. .In fondo siamo tutti un po’ malati. E racconteremo la nostra malattia, fino a  quando andrà bene, giorno dopo, giorno su facebook, instagram, twitter, youtube, youporn, amazon prime e disney channel. E odieremo chi non la racconterà perché non ci ha messo a conoscenza che stava male ” e stai  a vedere che ha infettato anche me”.

Noi odiamo chi non odia. E chi non odia è solamente distratto: presto o tardi comincerà ad odiare.

Perché a dirla tutta, anche ad  essere vigliacchi, ci vuole coraggio.

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Informazioni sull' Autore Luca Basile

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