ANORESSIA NERVOSA – IN VERSILIA SI CURA A VILLAMARE, CENTRO DI RIFERIMENTO DELLA REGIONE TOSCANA

 

di Susanna Benassi Intervista al Dr. Luca Maggi, Psichiatra e Psicoterapeuta

Cos'è l'anoressia nervosa?
L’Anoressia Nervosa (AN) è essenzialmente caratterizzata da tutta una serie di comportamenti patologici tesi a perdere peso e sostenuti dal terrore di aumentare di peso.
Quali sono i sintomi?
L’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5, 2013) pone come criteri diagnostici: l’eccessiva valutazione delle forme e del peso corporeo per sostenere l’autostima e il mantenimento volontario di un peso inferiore all’85% di quello previsto per l’età o di un indice di massa corporea (IMC, vedi articolo “Il peso ideale e i disturbi dell’alimentazione”) inferiore a 17.5 nell’adulto o l’incapacità di raggiungere il peso previsto durante lo sviluppo. Rispetto alle precedenti edizioni del manuale, è stato tolto il criterio dell’amenorrea (mancanza di mestruazioni) perché ritenuto non indispensabile e di confondimento nel porre la diagnosi (non è infrequente di riscontrare la presenza del ciclo mestruale anche in ragazze sottopeso).
La persona che soffre di anoressia è spesso "pelle edossa", come si suol dire…come può vedersi grassa, allora?
Le persone affette da AN generalmente hanno un’alterata percezione del proprio corpo, si vedono grasse e sono terrorizzate all’idea di recuperare peso, hanno un’autostima che è quasi unicamente sostenuta dal peso e dalle forme del corpo e spesso è presente una distorsione della propria immagine corporea (dismorfofobia) che le porta a vedersi “grasse” anche in condizioni di grave sottopeso. Spesse volte, il “problema” è rappresentato da una parte specifica del corpo, “la pancia gonfia”, le cosce che non vanno bene”, “i fianchi larghi”, ecc.
Come si organizza nei confronti del cibo, una mente anoressica?
La strategia principale per raggiungere e mantenere il sottopeso è costituita dalla restrizione dietetica attuata mangiando piccole quantità di cibi a basso contenuto calorico, considerati “sicuri”, ed eliminando quelli “proibiti” perché ipercalorici (dieta ferrea): ad esempio, mangiare una mela a colazione, un’insalata scondita a pranzo con un caffè non zuccherato, un’insalata scondita a cena con un caffè non zuccherato. La lentezza e la metodicità nella consumazione del pasto sono impressionanti e, nel tempo, si sviluppano tutta una serie di comportamenti disfunzionali tesi ad allungare la durata del pasto (per godersi di più il momento e attenuare il senso di fame).
Può farci qualche esempio concreto?
Per esempio, sminuzzare, mangiare un chicco di riso alla volta, masticare un certo numero di volte ogni boccone, ecc. Un altro modo è rappresentato dal cosiddetto esercizio fisico eccessivo e compulsivo, ovvero, la pratica quotidiana di un esercizio fisico intenso e ritualizzato messa in atto unicamente al fine di consumare calorie: ad esempio, fare una camminata di 2 ore a passo veloce al mattino e cyclette per 2 ore nel pomeriggio, tutti i giorni della settimana, rinunciando a qualsiasi altra attività ricreativa perché se per qualsiasi motivo non si riesce a praticare l’esercizio si è assaliti dalla paura di aumentare di peso o di sentirsi gonfi e si tende a restringere, al contrario, avere effettuato un corretto esercizio permette di premiarsi con del cibo.
Ci sono altri tipi di "rituali" che possono indicare un problema di anoressia?
Alle volte l’esercizio fisico è mascherato da una continua attività quotidiana (fare pulizie, stare in piedi, ballare, passeggiare continuamente in casa, salire e scendere le scale, ecc) per cui appaiono iperattivi e pieni di energie. Un soggetto affetto da AN che usa queste due strategie per raggiungere e mantenere il sottopeso costituisce il sottotipo di “AN con restrizioni” (forma classica).
E riguardo all'abitudine di vomitare subito dopo aver ingerito il cibo?
Altre strategie impiegate sono le cosiddette “condotte di eliminazione” rappresentate dal vomito auto-indotto, l’uso di lassativi e/o diuretici.
Perché lo fanno? Non ritengono già sufficienti le ristrettezze dietetiche?
Spesso, dopo un’iniziale fase di dieta ferrea, le persone iniziano a sperimentare una fame intensa che le porta a perdere il controllo e ad abbuffarsi, consumando “cibi proibiti” quindi, i sensi di colpa che conseguono portano al vomito auto-indotto. Laddove non si riesca ad attuare il meccanismo del vomito, oppure in aggiunta a questo, inizia l’uso improprio di lassativi o diuretici. Questo sottotipo di ANviene definito “con restrizioni e condotte di eliminazione” e sembra rientrare nello spettro della Bulimia Nervosa (BN) (forma bulimica).
Qual è il sesso più colpito da anoressia nervosa?
L’AN e un disturbo che colpisce prevalentemente il sesso femminile, infatti, la prevalenza nell’arco della vita dell’AN è stimata dello 0.9% nelle donne e dello 0.3% negli uomini.

A che età possono manifestarsi i primi sintomi?

L’età di esordio è più frequentemente compresa tra l’adolescenza e l’età giovane-adulta, in un numero minore di casi, l’esordio avviene dopo i 30 anni e questo comporta generalmente un decorso peggiore.

Ci sono fattori scatenanti?

Sovente il problema si manifesta a seguito di commenti negativi riguardo all’immagine corporea o con l’inizio di unadieta per un reale sovrappeso.
Che andamento segue il decorso?
Il decorso è caratterizzato da una fase iniziale di “luna di miele” in cui si è gratificati dal calo ponderale e dai commenti positivi degli altri, la durata di questa fase è ovviamente variabile da persona a persona e sfuma gradatamente nella fase di stato in cui il disturbo si consolida e può cronicizzarsi.

Quali sono le complicanze che scaturiscono da questa continua perdita di peso?

Col progredire del calo ponderale iniziano a manifestarsi varie complicanze somatiche quali amenorrea, stipsi ostinata, dolori addominali, disidratazione e secchezza della pelle che appare giallastra e coperta da una fine peluria (lanugo), i capelli divengono sottili, fragili e diradati (alopecia) sono quasi sempre presenti osteopenia, anemia, ipotensione arteriosa e bradicardia. Caratteristica è la sensazione persistente di freddo che porta le persone a coprirsi a “buccia di cipolla”, anche per mascherare lo stato di emaciazione.
In fase conclamata, qual' è il meccanismo psicologico che induce queste persone a perdurare  ed anzi a moltiplicare gli atteggiamenti auto distruttivi?
La dieta ferrea, sebbene produca l’illusoria sensazione di avere il controllo della situazione, aumenta in realtà la probabilità di perdere il controllo sull’alimentazione (abbuffate) e contribuisce notevolmente al mantenimento del disturbo e all’isolamento sociale.
Queste persone sono sempre infelici?
Come accennato, dopo una fase iniziale di benessere, miglioramento dell’autostima e sensazione di avere il controllo della situazione, nella fase di stato compaiono umore depresso, irritabilità, stanchezza, estremaaffaticabilità, rallentamento psicomotorio, calo della concentrazione e della memoria, sonno frammentato e non riposante. L’insieme di questi sintomi sembra prevalentemente riferibile agli effetti del grave sottopeso e tende a regredire mano a mano che ci si avvicina al peso naturale.
Il loro unico impegno mentale è quindi concentrato unicamente sul cibo?
A livello ideativo il pensiero è dominato da preoccupazioni riguardanti il cibo, il peso e le forme del corpo, sono spesso presenti rituali di controllo (check) del peso e delle forme del corpo ad esempio pesarsi più volte nell’arco della giornata(check del peso), contare le calorie assunte, masticare un certo numero di volte (check dell’alimentazione), specchiarsi in ogni superficie riflettente (check visivi), confrontarsi con altre persone (check di confronto), toccarsi in determinate parti del corpo (check tattili). Altre preoccupazioni tipiche sono le sensazioni di sentirsi grassi oppure gonfi che nel caso di questi soggetti possono raggiungere un’intensità quasi delirante.
Come si cura questa malattia?
Per quanto concerne il trattamento dell’AN, è oramai universalmente accettato che deve essere attuato da un pool di professionisti (psicoterapeuta, psichiatra, internista, nutrizionista, fisioterapista), generalmente denominato equipe terapeutica mulltidiscipinare, che lavorano in maniera integrata formulando un progetto terapeutico personalizzato.
Quindi, le varie figure mediche devono muoversi in sinergia e sintonia?
Le più recenti linee di evidenza depongono per la maggior efficacia terapeutica quando i membri dell’equipe si attengono ad uno specifico modello teorico di riferimento elavorano in maniera integrata sul caso, occupandosi ciascuno delle aree di loro pertinenza.
Nel dettaglio come si concretizza una terapia-tipo?
Laddove possibile (ad es. forme iniziali in adolescenti o giovani adulti) è preferibile iniziare il trattamento in regime di terapia ambulatoriale (1-2 sedute settimanali congiunte con lo psicoterapeuta, il nutrizionista ed eventualmente lo psichiatra e l’internista), nelle forme più severe (in particolare quando l’IMC è inferiore a 14.5) può essere necessaria l’ospedalizzazione ed una successiva riabilitazione in una struttura terapeutico riabilitativa.
Nelle forme "più severe" di cui parla, la persona rischia la morte?
Il grave stato di emaciazione e gli squilibri idroelettroliticisecondari al vomito auto-indotto e/o all’abuso di diuretici sono la principale causa di morte. La mortalità per AN, sebbene in riduzione rispetto al passato grazie alla maggiore attenzione a questi disturbi rimane elevata e stimata tra il 5 e il 15%.
Percentuale ancora alta… ma le persone si rendono conto che possono rischiare la morte oppure no?

Generalmente sono consapevoli del rischio di vita ma non riescono a modificare il loro atteggiamento a causa dei potenti meccanismi di mantenimento del disturbo.

In Versilia, dove ci si può rivolgere? Ci sono centri specialistici per la cura di questi disturbi?
Da circa un anno a Lido di Camaiore, nell’ambito della rete dei servizi per l’assistenza ai disturbi dell’alimentazione (DA) della Regione Toscana ed in sinergia con la ASL 12 Versilia, è nata “Villamare”, la prima di tre strutture terapeutico-riabilitative dedicate ai DA che dovrebbero sorgere nella nostra regione (una per ciascuna area vasta),presso la quale esercito in qualità di direttore sanitario. La struttura può accogliere fino a 10 pazienti in regime di ricovero e 2 pazienti in Day-Hospital.
Come si articola la terapia all’interno della struttura?
In sintesi, il progetto terapeutico riabilitativo ruota intorno alla cosiddetta “formulazione transdiagnostica” dei DA,ovvero, tutti i DA (AN, BN, BED, DA-NAS) sembrano avereuna base psicopatologica comune che può essere aggredita attraverso uno specifico intervento, basato sul modellocognitivo-comportamentale, che comprende: sedute psicoeducative di gruppo, una psicoterapia individuale e di gruppo e una riabilitazione nutrizionale costituita da un’alimentazione assistita nella prima fase, fino al raggiungimento del peso naturale, seguita da una fase di alimentazione non assistita e di graduale esposizione allesituazioni temute (es. andare a mangiare una pizza in un locale o un hamburger al McDonald) e all’ambiente domestico (es. uno o più giorni in cui si torna a casa propria). Il progetto è attuato da un’equipemultiprofessionale costituita da 17 persone (3 medici psichiatri, 2 psicologhe psicoterapeute, 1 nutrizionista, 1 infermiera professionale, 1 educatrice, 1 fisioterapista, 8 operatrici socio sanitarie). La struttura ha un’impostazione terapeutica “aperta” dove i pazienti, in condizioni mediche stabili e al di fuori del momento dei pasti e delle attività terapeutiche, possono avere permessi di uscire in autonomia e la possibilità di ricevere visite di parenti edamici.
Come si accede alla struttura?
L’accesso per i residenti in toscana è concordato tra l’equipe inviante, l’equipe interna ed il referente scientifico di area vasta (prof. Mauro Mauri) dopo una “visita parere” presso la struttura che permette d’inquadrare il caso, prendere visione della struttura ed essere informati sul programma terapeutico.

Per avere informazioni è possibile telefonare al numero0584 904785 <tel:0584%20904785> , inviare un’email (info@villamaredca.com <mailto:info@villamaredca.com> ) oppure visionare il sito web della struttura:http://www.villamaredca.com <http://www.villamaredca.com/

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